Videogame, anche la Germania indaga sulle loot boxes

Videogame, anche la Germania indaga sulle loot boxes

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La Germania mette sotto la lente di ingrandimento le loot boxes, i cofanetti premio dei videogame che consentono di trovare armi o altri oggetti speciali da usare nel gioco. La questione sarà al centro del prossimo Consiglio Federale sul Gambling, che si terrà il 5 ottobre, e gli esponenti politici discuteranno se sia il caso di adottare una regolamentazione. Alcuni in realtà stanno già lavorando a un disegno di legge, e chiedono una stretta per salvaguardare i minori.

I precedenti in Spagna e Austria

La Germania non è l’unico paese dell’UE a guardare con timore il fenomeno delle loot boxes. Alcuni stati, Spagna in primis, stanno valutando di adottare delle restrizioni basate sull’età. In sostanza, si punta a vietare ai minori di acquistarle. In Austria, invece, la questione è finita in tribunale, e i giudici hanno condannato le case produttrici dei videogame a risarcire i giocatori. Le loot boxes infatti violano le norme sul gambling, e il monopolio statale.

In sostanza, per tutti il timore è che le loot boxes rappresentino una sorta di gioco d’azzardo. Nella maggior parte dei videogame per acquistare questi cofanetti si utilizzano soldi veri. Il giocatore chiaramente non sa né quali né quanti oggetti speciali troverà all’interno. Il contenuto è del tutto casuale, e questo aspetto in particolare ha spinto i giudici austriaci a stabilire che alla fine siano una forma di azzardo vera e propria.

In Germania si lavora già a una legge

Il dibattito in Germania sta seguendo la stessa scia. “Sono profondamente convinta che serva una regolamentazione più rigida” afferma ad esempio Linda Heitmann, dei Verdi, che sta già lavorando a un disegno di legge. “Dobbiamo lanciare delle campagne di sensibilizzazione. Ma soprattutto i produttori di videogame devono dimostrarsi responsabili e fornire informazioni sulla prevenzione. E adottare soluzioni tecnologiche che inducano i più giovani a staccarsi dal videogame se la sessione dura troppo”.

Ma Heitmann non nasconde che una delle soluzioni di cui si dovrà discutere è di “vietare le loot boxes”. E ancora, nel disegno di legge caldeggia il coinvolgimento dell’Agenzia Federale per la Protezione dei Giovani, che tra i vari compiti ha anche quello di fornire informazioni sugli strumenti di verifica dell’età.

Grossomodo sulla stessa lunghezza d’onda anche Lena Werner, dei social-democratici. “I videogame devono essere una forma di intrattenimento, non un gioco d’azzardo. E quando di mezzo ci sono i ragazzi e i più giovani, è nostro dovere metterli a riparo da possibili conseguenze negative“.

Ma c’è anche qualche voce fuori dal coro

In generale, c’è chi chiede al governo di intervenire nel dibattito, ideare delle soluzioni concrete, e soprattutto di finanziare delle ricerche per indagare sulla pericolosità delle loor boxes. Ma c’è anche chi assume un atteggiamento più prudente. Fabian Gramling del CDU chiede ad esempio che qualunque proposta normativa venga studiata insieme agli stakeholder del settore. Anche perché molte delle soluzioni proposte costringerebbero le software house a lanciare delle versioni speciali, riservate al mercato tedesco.

Gioel Rigido