Match-fixing, crescono le segnalazioni, ma non in Europa

Match-fixing, crescono le segnalazioni, ma non in Europa

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Cresce il numero di alert su possibili casi di match-fixing nel primo trimestre dell’anno. L’IBIA – International Betting Integrity Association – nell’ultimo report pubblicato spiega di aver rilevato 56 casi sospetti, nello stesso periodo di un anno fa era 50, e quindi c’è stato un aumento del 12%. Nel trimestre precedente, l’ultimo del 2023, erano invece 34, e quindi l’aumento è stato addirittura del 65%.

“L’incremento degli alert a cui abbiamo assistito nel primo trimestre” sottolinea il Ceo dell’associazione Khalid Ali, “dimostra quale sfida i nostri membri, le autorità sportive e gli enti regolatori devono affrontare a causa dei tentativi di match-fixing”. Peraltro il livello raggiunto nei primi tre mesi del 2024 è il più alto registrato da un anno e mezzo a questa parte. Bisogna tornare al terzo trimestre del 2022 per trovare un numero maggiore, ma allora le segnalazioni furono addirittura 85.

Non tutti gli alert sono frodi

Bisogna sottolineare che non tutti gli alert indicano un reale tentativo di match-fixing. L’IBIA raccoglie infatti le segnalazioni di 125 bookmaker che operano in 21 Paesi e 5 continenti per un volume d’affari totale che supera i 300 miliardi di dollari. Ai fatti, si tratta del più grande sistema di monitoraggio di questo tipo. In questo modo vengono rilevati i flussi anomali di scommesse che sono il primo indicatore per individuare una frode. Sono però poi necessarie ulteriori verifiche.

“Gli alert che l’IBIA lancia si basano su informazioni dettagliate raccolte a livello globale” spiega ancora Ali. “Le rilevazioni vengono fatte sui i dati dei conti di gioco messi a disposizione dai bookmaker associati, e fortunatamente il numero dei membri continua a crescere. I nostri report rappresentano un primo elemento di prova, e sono fondamentali per far partire le indagini e arrivare a punire i colpevoli. Per questo IBIA continuerà a lavorare a stretto contatto con le parti interessate e fornire questa importante base di prove”.

Calcio e tennis ancora una volta gli sport più a rischio

Nell’ultimo trimestre il calcio si è rivelato lo sport più a rischio, con ben 24 alert, il 43% del totale. Peraltro il numero di segnalazioni è in netta crescita rispetto ai trimestri di paragone. Nello stesso periodo dell’anno precedente, le segnalazioi erano appena 15 (e quindi c’è stato un balzo del 60%), nell’ultimo trimestre 2023 invece erano 16 (l’incremento in questo caso è del 50%).

Altro sport particolarmente minacciato è il tennis con 14 alert, vale a dire il 25% del totale. A calcio e tennis messi insieme sono dovute il 68% delle segnalazioni, più di due su tre. In terza posizione il basket (9 alert) e a seguire gli eSport (a quota 6). Chiudono il tennis tavolo (2 alert, ma su eventi che non erano stati organizzati dalla Federazione Internazionale) e il cricket (1 alert).

La Turchia sotto la lente di ingrandimento

La maggior parte degli alert riguardavano eventi disputati in Asia, il segnale è scattato ben 23 volte. Nord America e Sud America sono entrambi a quota 10, e nel Nord America in particolare spiccano i 7 casi sospetti nel basket (5 disputati negli States e 2 in Canada).

Appena quattro alert in Europa, due sul tennis (Slovenia e Spagna) e due sul tennis tavolo (entrambi disputati nella Repubblica Ceca). Il Vecchio Continente sembra tirare un sospiro di sollievo dopo le 17 segnalazioni del trimestre precedente, il che vuol dire che gli alert sono stati meno di un quarto. Altri tre casi sospetti infine in Africa, tutti sul calcio, due provenivano da Algeria, il terzo dal Ghana.

L’IBIA accende i riflettori in particolare sulla Turchia, che è il Paese singolo da cui è arrivato il maggior numero di segnalazioni. Gli alert sono infatti 8 (5 sul tennis, 2 sul calcio e 1 sul basket), vale a dire il 14% del totale. Oltretutto in Turchia nel corso dell’intero 2023 era stato rilevato un solo caso sospetto.

Gioel Rigido