USA, boom di scommesse sul Super Bowl, ma il 75% è illegale

USA, boom di scommesse sul Super Bowl, ma il 75% è illegale

Notizie dal mondo
  • Il SuperBowl negli Stati Uniti attrae scommesse per oltre 7 miliardi di dollari
  • Tre giocate su quattro tuttavia finiscono ancora su dei circuiti non autorizzati, anche se il dato si sta riducendo 
  • Il mercato regolare dal canto suo cresce a ritmi spasmodici, ma è ancora lontano dall’essere maturo
  • Ci sono infatti ampi margini di crescita, anche perché degli Stati chiave come la California devono ancora legalizzare il mercato
  • La strada però non è tutta in discesa

 

Gli americani hanno scommesso oltre 7 miliardi di dollari sul Super Bowl, e – anche se solamente 1,9 miliardi sono finiti sui circuiti legali, mentre altri 5,1 miliardi sono transitati sui portali di operatori non autorizzati – il mercato in chiaro continua a crescere a ritmi vertiginosi. La maggior parte degli Stati USA infatti ha regolato il settore e altri se ne aggiungeranno a breve, ma i margini di crescita sono ancora ampissimi. Insomma, sembra ancora lontano dall’essere maturo.

 

Tutti i numeri del Super Bowl

La finale del NFL si è disputata domenica pomeriggio e non ha risparmiato sorprese dal punto di vista sportivo. Lo scontro è stato moto acceso sebbene alla vigilia il divario tra le due formazioni sembrasse notevole: i Los Angeles Rams erano largamente favoriti con delle quote attorno all’1,50, mentre i Cincinnati Bengals in alcuni casi superavano anche il 20,00. Alla fine l’hanno comunque spuntata i Rams, ma con un risultato di misura: 23-20.

 

Per quanto riguarda le scommesse in particolare, il Super Bowl è da sempre l’evento che attira il maggior numero di giocate negli Stati Uniti, e è quindi il metro migliore per capire cosa sta succedendo nel mercato legale. E certamente i progressi fatti sono innegabili, gli operatori autorizzati quest’anno hanno attratto il 23,7% di tutte le scommesse piazzate sull’evento, un anno fa secondo le stime erano fermi alla metà, il 13,7%. Il rovescio della medaglia, però, è che ancora tre quarti del mercato e oltre finiscono su altri canali, e spesso su circuiti irregolari.

 

Il processo di legalizzazione corre a ritmi vertiginosi

I bookmaker dal canto loro stanno facendo degli sforzi enormi per far emergere il settore, ma bisogna ricordare che l’aumento della raccolta “in chiaro” è dovuta anche al processo di legalizzazione. Il mercato a stelle e strisce è giovanissimo, fino a pochi anni fa le scommesse erano legali solo in quattro Stati, anche se poi solo il Nevada aveva regolamentato in pieno il prodotto. Il via libera lo ha dato la Corte Suprema nel 2018, quando – decidendo su una controversia tra il New Jersey e alcune leghe sportive – ha dichiarato illegittima la legge federale che poneva il divieto.

 

A quel punto ogni singolo Stato si è mosso da solo, alcuni avevano già una legge pronta e aspettavano solo la sentenza della Corte Suprema; altri si sono affrettati a approvarne una. Oggi le scommesse sono ormai legali nella maggior parte del Paese, secondo l’American Gaming Association, infatti, si può giocare in 30 Stati e nella giurisdizione di Washington DC.

 

 

Il processo poi va ancora avanti: ci sono altri 3 Paesi infatti che hanno legalizzato le scommesse anche se il mercato non è stato ancora aperto, e 7 che sono al lavoro sulla regolamentazione. A conti fatti ci sono appena nove Stati in cui il dibattito è ancora fermo, certamente le scommesse non verranno legalizzate nell’immediato, ma non è detto che le cose non cambino nel lungo termine.

 

Il mercato è ancora tutto da sfruttare

Le prospettive per il mercato intanto appaiono più che rosee. Nel 2021 secondo i primi bilanci gli operatori hanno incassato ricavi per oltre 4 miliardi di dollari, i margini di crescita però sono ancora enormi, tanto che Bloomberg arriva a stimare che il settore nel 2033 crescerà di dieci volte, e toccherà addirittura i 39 miliardi di dollari.

 

Le scommesse del resto stanno diventando sempre più un’abitudine per gli americani, secondo Morning Consult il 18% dei cittadini con più di 21 anni ha piazzato almeno una puntata nel mese precedente al sondaggio. Nel campione in realtà c’è un po’ di tutto: non solo chi ha scommesso con un operatore legale, ma anche chi ha piazzato una giocata su un circuito illegale, e persino chi ha puntato con un amico. Il dato più significativo però è che la percentuale sia quasi raddoppiata nel giro di un anno, a inizio 2021 si parlava infatti del 10%.

 

Il successo delle scommesse comunque si avverte di mese in mese. Solo a gennaio in Iowa la raccolta è più che raddoppiata (oltre 303 milioni), mentre l’Indiana ha segnato un nuovo record personale (quasi 500 milioni). Lo Stato di New York, invece, ha fissato il nuovo record assoluto degli interi USA,1,63 miliardi di raccolta, staccando nettamente gli 1,3 miliardi del New Jersey. E lo ha fatto nel primo mese – anzi nei primi 23 giorni – di attività, le scommesse online sono state aperte infatti l’8 gennaio. Poi nel primo mese effettivo di attività – fino al 6 febbraio – la raccolta è salita ulteriormente, fino a sfiorare i 2 miliardi di dollari

 

I bookmaker aspettano la California, ma la strada non è in discesa

Insomma, gli USA hanno ancora tanti assi nella manica da giocare, secondo gli operatori le scommesse si impenneranno se verrà aperto anche il mercato della California, che con i suoi 39,5 milioni di abitanti è lo stato più popoloso della Nazione. Il dibattito per la legalizzazione è iniziato, ma non è detto che tutto filerà liscio.

 

Attualmente sono stati presentati diversi disegni di legge, ma ci sono una serie di fattori da considerare. In primo luogo, il Golden State si appresta a eleggere un nuovo governatore – le elezioni si terranno a novembre – e tra i favoriti c’è anche il conservatore Larry Elder, che si è sempre schierato contro il gioco. Ma poi, ci sono anche le tribù dei Nativi americani che stanno cercando di affossare i progetti di legge: gestiscono diverse case da gioco e quindi temono di che la legalizzazione delle scommesse possa danneggiarli. I bookmaker dal canto loro spingono perché il processo vada avanti, anche perché la California da sola potrebbe garantire tra i 20 e i 30 miliardi di dollari di scommesse ogni anno.

Gioel Rigido