Salva Sport, ADM chiede 30mln, i bookmaker fanno ricorso

Salva Sport, ADM chiede 30mln, i bookmaker fanno ricorso

Legislazione

Alla fine gli operatori italiani delle scommesse hanno impugnato nuovamente la tassa salva sport, in massa hanno presentato ricorso contro la richiesta dell’ADM di versare altri 30 milioni di euro. Una decina di giorni fa si doveva tenere l’udienza per sospendere la richiesta, ma il Tar Lazio ha preferito rinviare al tutto al merito.

In questo modo ci sarà la possibilità di discutere nei dettagli la questione. La nuova udienza si terrà il 28 giugno, il termine per pagare la tassa scade a agosto e quindi c’è il tempo necessario per emettere la sentenza.

 

Cos’è la tassa Salva Sport

La tassa salva sport è stata introdotta nel 2020 con il decreto Rilancio, in sostanza si chiedeva ai bookmaker di versare lo 0,5% delle scommesse raccolte in quell’anno e nel successivo. Il prelievo sarebbe servito a finanziare il fondo Salva Sport in quel momento particolarmente delicato. Il decreto stabiliva inoltre che al fondo sarebbero andati 40 milioni di euro il primo anno e 50 per il 2021.

 

Adesso cambia tutto, anche se la vicenda è conclusa da due anni

Finora si era sempre ritenuto che, una volta raggiunti i target, i concessionari delle scommesse avrebbero potuto smettere di pagare il prelievo. Un’interpretazione avvalorata dalla stessa ADM che infatti aveva sempre fermato i versamenti in anticipo.

Lo scorso febbraio però – con la vicenda che è chiusa praticamente da due anni – la Ragioneria dello Stato ha proposto una lettura differente. Il tetto di 40 e 50 milioni riguarderebbe solo i trasferimenti di denaro verso il fondo, ma non l’obbligo di versare la tassa. I concessionari insomma sarebbero tenuti a versare lo 0,5% per tutto il periodo, e le somme eventualmente avanzate dovevano confluire nelle casse dello Stato.

 

I motivi dei ricorsi

I bookmaker quindi si devono scontrare con una norma che oggettivamente si presta a interpretazioni differenti. Nei ricorsi però fanno leva sui lavori parlamentari e sulla relazione tecnica con cui il governo lasciava intendere che il tetto valesse per il prelievo in genere. Puntano inoltre su aspetti tecnici: ADM ad esempio con il provvedimento di febbraio ha revocato in autotutela le determine più recenti, ma non ha potuto annullare quella originaria con cui dava attuazione alla tassa, visto tutto il tempo che è passato.

Ma soprattutto i concessionari danno risalto alle sentenze che hanno già ottenuto dal Tar Lazio. La tassa infatti nel corso degli anni è stata al centro di diversi ricorsi, e bisogna ricordare che i giudici alla fine hanno respinto le tesi dei bookmaker. Ma hanno comunque sottolineato che il prelievo era in fin dei conti un sacrificio che si poteva sopportare, visto che si trattava di una tassa di scopo con un importo prefissato. Limiti che adesso, in base alla nuova interpretazione della Ragioneria, verrebbero meno.

Gioel Rigido