Betting exchange, la tassa salva sport è tutta da rifare

Betting exchange, la tassa salva sport è tutta da rifare

Legislazione
  • Il Tar conferma che la tassa salva sport va ripensata per quanto riguarda il betting exchange 
  • ADM ha 60 giorni per riscrivere il decreto, secondo gli operatori le soluzioni possibili sono solo tre
  • La sentenza arriva però in ritardo, il prelievo ormai è stato interamente versato
  • Betfair – ma anche BetFlag – hanno versato una cifra superiore alle proprie forze

 

Tutto da rifare per la tassa Salva Sport, almeno nel caso del betting exchange visto che i giudici danno ragione per la seconda volta a BetFair. Il Tar Lazio ha infatti stabilito che entro due mesi l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli dovrà riscrivere il decreto, o dovrà dare un senso ai criteri che ha scelto per calcolare il prelievo su questa forma di scommessa. La parte più interessante però viene adesso: nel mentre la tassa è stata interamente versata, e Betfair – ma il discorso vale anche per BetFlag – ha già pagato. E ha versato una cifra superiore ai suoi guadagni.

 

La tassa e le proteste

La tassa Salva Sport è stata introdotta nella primavera 2020 con il decreto Rilancio, in sostanza addossava un prelievo straordinario sul settore delle scommesse, per raccogliere 40 milioni l’anno scorso e 50 milioni nel 2021. Questi soldi sarebbero serviti poi a sostenere il mondo dello sport, anch’esso duramente colpito dal Covid.

 

Il prelievo è finito fin da subito sotto i riflettori per le storture che provocava nel settore delle scommesse e per l’opportunità della misura. I bookmaker non ne hanno mai contestato le finalità, di per sé nobilissime, ma hanno protestato perché il prelievo è stato introdotta quando è esplosa la prima ondata di Covid, quindi in un periodo in cui anche il settore delle scommesse era fermo al palo, e anzi la rete a terra era del tutto chiusa.

 

La tassa poi creava una serie di criticità, ogni tipologia di scommessa aveva il suo motivo per protestare. Gli operatori dei diversi prodotti – sportive, ippiche e betting exchange – hanno intentato diversi ricorsi, il Tar ha già respinto quelli delle ippiche, mentre per le sportive la sentenza dovrebbe arrivare nel giro di qualche settimana.

 

Per il betting exchange, la tassa supera i ricavi

Per il betting eschange c’è un problema di fondo: l’importo del prelievo superava i ricavi degli operatori. Per questo l’ente regolatore – quando ha dovuto dare applicazione alla tassa – ha deciso di scaricarla direttamente sui giocatori. A pagare dovrebbero essere solamente gli utenti che vincono, ma comunque questa soluzione fa nascere una serie di problemi pratici. Betfair e BetFalg a quel punto hanno preferito pagare di tasca propria, anche perché sennò avrebbero rischiato di perdere una fetta sostanziale di clienti.

 

Anche il betting exchange comunque si è rivolto al Tribunale e Betfair ha ottenuto una prima sentenza favorevole a aprile 2021. In sostanza i giudici non hanno gradito il meccanismo che l’ADM aveva scelto per calcolare la tassa – hanno contestato in particolare la definizione di raccolta – e hanno chiesto all’ente regolatore di motivare la scelta, oppure di adottare un metodo diverso. Quello che è successo dopo lo si apprende solo adesso, dopo che Betfair ha intentato un nuovo ricorso per obbligare ADM a eseguire quella sentenza, e ha ottenuto nuovamente ragione.

 

ADM disobbedisce ai giudici

Il Tar Lazio infatti, nella sentenza pubblicata qualche giorno fa, non manca di criticare l’atteggiamento dell’ente regolatore. Racconta infatti che l’Amministrazione a quel punto ha cercato un confronto con Betfair, e l’ha invitata a presentare delle memorie. Solo che lo ha fatto con una mail inviata venerdì 30 aprile alle 18.15, chiedendo di rispondere entro lunedì 3 maggio. Gli stessi giudici lo bollano come un coinvolgimento “fittizio”.

 

Nonostante tutto, sembra che i legali e gli esperti di Betfair abbiano passato il ponte del 1° maggio al lavoro, perché poi comunque hanno depositato le memorie entro il termine previsto, e hanno proposto dei criteri alternativi di calcolo. E quindi si sono offerti di portare avanti il confronto.

 

ADM però non ha raccolto l’invito, e a fine maggio ha ripubblicato quelle stesse modalità che il Tar aveva bocciato. Unica cosa, ha spiegato di aver preso in considerazione le memorie di Betfair, ma di averle scartate perché non c’era altro modo di applicare la tassa. Qualunque altro criterio avrebbe colpito anche i giocatori che avevano perso le scommesse.

 

Spiegazioni che però non hanno affatto convinto i giudici. Nella sentenza, scrivono che ADM non ha dimostrato né di aver valutato le memorie di BetFair, né di aver scartato altri modi per applicare la tassa. E anche l’obiettivo di non colpire chi la scommessa la perde da solo non dimostra nulla, c’erano sicuramente delle “diverse alternative che l’amministrazione avrebbero dovuto quanto meno considerare”. Insomma, il decreto è da rifare, e questa volta seriamente.

 

Adesso ci sono tre soluzioni

Ora, sembra difficile che l’ente regolatore torni ancora a battere su quella soluzione e trovi qualche ragione per sostenerla. Più probabile che cambi strada e secondo alcuni esperti del settore interpellati da SlotJava, le soluzioni possibili sono tre.

 

O ADM lascia stare completamente il betting exchange e tassa solamente le altre forme di scommessa. Oppure, applica la tassa dello 0,5% non alla raccolta, ma al margine degli operatori. Ai fatti però non cambia molto rispetto alla prima ipotesi: i ricavi degli operatori sono così contenuti che un prelievo dello 0,5% si ridurrebbe a una mancetta. Resta la terza soluzione che poi è la strada che hanno suggerito gli operatori: tassare il margine, ma con un’aliquota più alta, che magari sia proporzionata a quella delle scommesse tradizionali.

 

Se ragioniamo in termini di margine, infatti, la tassa ha un peso sostenibile per le scommesse normali, nel caso dell’exchange invece decurta la maggior parte dei ricavi. Basta fare un calcolo con i dati dell’ultimo Libro Blu: nel 2020 tutte le tipologie di scommesse a terra e online hanno raccolto oltre 15 miliardi di euro. La tassa dello 0,5% si  dovrebbe tradurre in un prelievo di oltre 75 milioni. Poi ovviamente è intervenuto il tetto massimo al prelievo, il prelievo si è fermato a 40 milioni, e anche il contributo di ogni formula di gioco si è ridotta.

 

La sentenza attiva quando la tassa è stata interamente versata

Il contributo del betting exchange a questo punto si può stimare in circa 6 milioni per l’anno scorso, presumibilmente quest’anno – considerando anche che il tetto era di 50 milioni – avrà superato i 7 milioni. In totale fanno 13 milioni circa. Tolto il prelievo ordinario, stiamo parlando del 60-70% dei ricavi effettivi.

 

Qualunque soluzione si scelga, dovrà allineare il peso della tassa ai ricavi che effettivamente ha generato il betting exchange. Il risultato però sarà che Betfair e BatFlag hanno pagato più del dovuto. La sentenza infatti arriva in ritardo, quando la tassa è stata già completamente versata. Il 2020 ovviamente è chiuso da un pezzo, e a fine ottobre ADM ha certificato che anche nel 2021 il tetto dei 50 milioni era stato raggiunto e quindi i bookmaker dovevano versare altro. Viene da pensare insomma che dopo questa sentenza Betfair e BatfFlag avranno diritto a un cospicuo rimborso. Ma anche che – una volta restituite queste somme – i Monopoli dovranno trovare un altro modo per raggiungere il tetto di 40 milioni del 2020 e di 50 milioni del 2021.

Gioel Rigido