Non si chiama azzardo, ma gli Emirati Arabi ci pensano

Non si chiama azzardo, ma gli Emirati Arabi ci pensano

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Sembra a tutti gli effetti il primo, timido, passo per legalizzare il gioco ma, visto che a compierlo è stato un paese di matrice islamica, qualche dubbio rimane. Non si tratterebbe comunque di un caso isolato, anche Egitto e Libano ospitano da tempo dei casinò. Alla fine non ci sarebbe nulla di male se gli Emirati Arabi si unissero alla cerchia. Visto che oltretutto stanno affrontando un processo di progressiva occidentalizzazione.

Ma il gioco è legale o no?

Il dubbio maggiore viene per il fatto che gli Emirati non hanno legalizzato il gioco. L’azzardo al momento è e resta illegale, e su questo in qualche modo bisognerà intervenire. Anche in fretta, perché quello che hanno fatto gli Emirati non è certo una svolta epocale. Hanno costituito un ente regolatore del gaming. E anche qui, è un segnale il fatto che il nome della nuova amministrazione non contenga la parola azzardo: tradotto in Italiano suona un po’ come Autorità Generale per la Regolamentazione del Gaming Commerciale.

L’agenzia di stampa WAM afferma però chiaramente che il neonato ente regolatore si occuperà di gambling e non di altro. Avrà il compito di sviluppare l’industria, definire il quadro normativo, e assegnare le licenze agli operatori.

Un modo per attirare turisti e investimenti

Si occuperà principalmente di casinò, che com’è facile immaginare serviranno soprattutto a completare l’offerta turistica di Dubai e degli altri emirati. E ad attirare una fascia di turisti piuttosto facoltosa. In questo caso, si può pensare che le case da gioco accoglieranno soprattutto clienti stranieri. E questo potrebbe far chiudere un occhio a chi è contrario ai tavoli verdi e alle slot.

E magari favorirà anche gli investimenti. Alcuni colossi del gamblig a stelle e strisce, in particolare la Wynn Resorts, stanno pianificando di costruire dei resort nelle località turistiche. Al momento si parla solamente di alberghi di lusso, ma le case da gioco collegate a quel punto avrebbero la strada spianata. E poi ci sono le navi da crociera. Dubai è già il maggior porto del Medio Oriente, ogni anno attraccano ai suoi moli 1.750 navi. Ma non appena entrano nelle acque territoriali emiratine sono costrette a chiudere i casinò.

Ci sono però anche le lotterie

L’ente regolatore però tra i suoi compiti ha anche quello di sviluppare il settore delle lotterie, gioco che molto probabilmente verrà praticato soprattutto dai cittadini. E poi si vedrà cosa succederà nel caso delle scommesse, in particolare quelle ippiche, visto che gli Emirati ospitano alcune delle corse più ricche al mondo, nonché gli allevamenti più rinomati. Le scommesse al momento sono vietate agli arabi, anche se ci sono alcuni concorsi a premi a cui i residenti possono partecipare.

Alla guida dell’ente due super-manager statunitensi

A fugare definitivamente ogni dubbio c’è poi il fatto che a capo dell’ente regolatore siano stati nominati due veri purosangue: Kevin Mullally e Jim Murren. Che chiaramente non hanno origini emiratine. Il primo è stato direttore della Missouri Gaming Commission. Il secondo ha guidato la MGM Resorts International, e fino al 2017 è stato presidente dell’American Gaming Association, l’organizzazione che riunisce gli operatori a stelle e strisce. Insieme fanno oltre trent’anni di esperienza nel settore del gioco d’azzardo.

Gioel Rigido