Match fixing, per l’IBIA il calcio diventa lo sport più a rischio

Match fixing, per l’IBIA il calcio diventa lo sport più a rischio

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L’IBIA – la International Betting Integrity Association – festeggia il brusco calo di alert sugli incontri sportivi a rischio match fixing. Nel report sulle attività sospette del 2023, evidenzia infatti che sono state effettuate solamente 184 segnalazioni, ben il 35% in meno rispetto alle 285 scattate nell’anno precedente. E peraltro, il dato è anche fortemente più basso rispetto alla media di 244 alert annui rilevati tra il 2019 e il 2022. Per fortuna la maggior parte delle segnalazioni si sono rivelate infondate, ma nonostante tutto il numero delle sanzioni è comunque cresciuto.

Il calcio strappa al tennis il triste primato

Quest’anno è stato il calcio lo sport che ha fatto registrare il maggior numero di casi sospetti, ben 63. E oltretutto non c’è una differenza sensibile rispetto agli anni precedenti: nel 2022 le segnalazioni sono state 67, nel 2021 una in meno, 66. Praticamente dimezzati gli alert sul tennis, appena 54, contro i 106 del 2022. Bisogna riconoscere comunque che le segnalazioni sul tennis siano calate in maniera costante negli ultimi anni, e per la prima volta il numero complessivo è più basso di quello del calcio.

Per quanto riguarda le aree geografiche, l’Europa – in cui viene compresa anche la Russia – è il continente più a rischio. Ha fatto scattare ben 113 segnalazioni, praticamente due terzi del totale. Largamente distanziati quindi il Sud America (19), il resto dell’Asia (17), l’Africa (16). In coda il Nord America (12).

La maggior parte delle segnalazioni sono falsi allarmi

La maggior parte delle segnalazioni raccolte, per fortuna, si sono dimostrate dei falsi allarmi. Alla fine solo 74 incontri erano stati effettivamente truccati. Ma il numero delle sanzioni erogate, ben 21, è stato nettamente più elevato rispetto alle 15 dell’anno precedente. In particolare, sono stati puniti otto tennisti, quattro giocatori di biliardo, un club di calcio, e ex giocatore di ping pong. E – quest’ultimo forse è il dato più allarmante di tutti – ben sette arbitri di tennis.

Grazie ai dati raccolti dall’IBIA, è stato possibile dimostrare che alcuni episodi di match fixing erano particolarmente rilevanti. Di conseguenza anche le sanzioni erogate hanno raggiunto importi rilevanti, in alcuni casi si è addirittura arrivati alla squalifica a vita.

L’unione fa la forza

La International Betting Integrity Association del resto è il soggetto che effettua il monitoraggio più approfondito. Il numero di bookmaker associati è cresciuto di anno in anno, al momento sono 45 che complessivamente gestiscono 120 brand differenti. In questo modo l’associazione è arrivata a analizzare e incrociare i flussi di scommesse per un valore complessivo di 137 miliardi di dollari.

Anche per questo “è fondamentale che gli operatori entrino a far parte di un organismo di controllo internazionale, la cui importanza viene riconosciuta da un numero crescente di Paesi” commenta l’associazione. “Uno degli ultimi in ordine di tempo è stato il Brasile, terzo paese al mondo per numero di alert (ben 11) dopo Regno Unito (31) e Repubblica Ceca (18)”.

“Questa riduzione degli alert è incoraggiante” ha commentato il Ceo dell’IBIA Khalid Ali. “Dimostra che il sistema di monitoraggio che abbiamo creato rappresenta un deterrente importante nella lotta a questo tipo di crimini. La collaborazione tra IBIA, enti regolatori e federazioni sportive si è dimostrata vincente. Ma chiaramente non dobbiamo abbassare la guardia, e non dobbiamo dimenticare che la minaccia maggiore è rappresentata dagli operatori non autorizzati. In particolare quelli provenienti dall’Asia”.

Gioel Rigido