Brasile, approvato il ddl sul gioco. E ci sono anche i casino games

Brasile, approvato il ddl sul gioco. E ci sono anche i casino games

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Brasile, il più è fatto, anche se il lungo cammino per la legalizzazione del gioco in Brasile formalmente non è ancora concluso. La camera dei deputati ha infatti reintrodotto i casino games nel disegno di legge e lo ha quindi approvato in via definitiva. Il presidente Lula lo ha prontamente ratificato, ma ha posto il veto su alcune norme. In sostanza queste parti dovranno tornare nuovamente di fronte al parlamento, ma intanto il ministero delle finanze può mettersi al lavoro sulle linee guida che dovranno seguire gli operatori. E secondo quanto ha rivelato l stesso ministero, ci sono già 134 compagnie di gioco che hanno manifestato interesse.

Un cammino durato cinque anni

Il processo per la legalizzazione del gioco è iniziato grossomodo cinque anni fa, ma la questione ha fin da subito spaccato gli schieramenti politici. Circa un anno fa sembrava quasi fatta, Camera e Senato infatti avevano approvato un testo per legalizzare casinò e slot online, scommesse ippiche e sportive. Ma l’ex presidente Bolsonaro – che peraltro era alla fine del mandato – si rifiutò di ratificare il testo. L’iter è potuto ripartire solo quando si è insediato Lula, ma intanto anche gli equilibri politici all’interno del Congresso erano cambiati.

La camera a inizio autunno ha approvato il disegno di legge che avrebbe dovuto legalizzare anche i casino games. Il testo è arrivato poco dopo di fronte al senato, dove ha suscitato una serie di polemiche. Alla fine questo ramo del parlamento ha approvato una serie di modifiche, e in particolare ha cancellato tutte le norme sui casino games. In sostanza voleva legalizzare le sole scommesse sportive e ippiche.

Un mercato a metà sarebbe servito a poco…

Questa decisione però rischiava di ridurre sensibilmente la portata della legge. Secondo le stime, infatti, la legalizzazione di tutto il mercato porterà nelle casse dello Stato circa 1,6 miliardi di real l’anno (300 milioni di euro). Con le sole scommesse le previsioni si fermavano a 700 milioni di real (in euro 130 milioni), ovvero meno della metà. Senza contare che gli operatori legali si dovranno confrontare con un mercato parallelo molto radicato: secondo gli analisti, infatti, attrae tra i 6,4 e i 12 miliardi di dollari di giocate ogni anno.

La camera rimescola le carte

Il testo è tornato di nuovo di fronte alla camera, il terzo voto sarebbe stato quello definitivo. I deputati hanno quindi ignorato le riserve espresse dal senato, e hanno reinserito nel testo le norme sull’igaming.

Tra i punti salienti della nuova normativa, le licenze hanno una durata di 5 anni, e un costo di 30 milioni di real (circa 6 milioni di euro). Potranno ottenere il titolo solo gli operatori che abbiano depositato almeno il 20% del capitale sociale in Brasile. Confermata la tassazione al 12% sui ricavi – il primo testo licenziato dalla camera prevedeva un’aliquota del 18%. Prevista anche una tassa sulle vincite del 15%, che i giocatori verseranno una volta l’anno. Ma è uno dei punti su cui Lula ha posto il veto.

In sostanza il disegno di legge approvato dalla camera prevede una franchigia per le vincite fino a 2.112 real (circa 400 euro). Il presidente – per una questione di equità – vorrebbe venissero tassate tutte le vincite, indipendentemente dall’ammontare. Queste norme verranno nuovamente sottoposte al Congresso che però ha facoltà di confermarle.

Gioel Rigido