Gioco online, anche il Perù è ai nastri di partenza
Il Perù si appresta a correre l’ultimo miglio che porterà all’apertura del mercato del gioco online. Il Congresso del Paese già nell’estate del 2022 aveva approvato il disegno di legge per regolamentare scommesse e casinò games, la palla è passata quindi al Mincetur – il Ministero per il Commercio Estero e per il Turismo, che fungerà da ente regolatore – che in questi giorni ha approvato i regolamenti attuativi.
L’anno abbondante che è passato dall’approvazione della legge è servito a effettuare un giro di consultazioni. Vi hanno preso parte lo stesso Mincetur, il Ministero della Giustizia, gli operatori del settore, gli studi leali nazionali e internazionali che seguono il settore, e chiaramente le associazioni di categoria. Complessivamente sono stati ascoltati quasi 800 soggetti diversi. “Questo processo” ha spiegato il ministro del Turismo Juan Carlos Mathews, “è servito a fare in modo che tutti i soggetti coinvolti potessero partecipare alla redazione dei regolamenti”.
In America Latina poche regole, ma tante speranze
Il mercato dell’America Latina, per quanto riguarda il gioco online, è considerato uno dei più promettenti a livello globale. I Paesi che hanno regolamentato il settore sono però ancora pochissimi. Di fatto solo la Colombia ha adottato una regolamentazione organica, il Brasile si sta aggiungendo in questi mesi. In Argentina, il settore ricade sotto la competenza delle singole province, e solo alcune hanno deciso di legalizzare l’online. Il Cile discute da tempo se aprire o meno il settore, in Messico c’è una situazione analoga e alcune amministrazioni intanto hanno adottato una propria normativa.
In Perù la situazione era ancora più confusa. Di fatto il mercato del gioco online esiste dal 2008: anche se lo Stato non ha mai adottato una propria regolamentazione permetteva agli operatori con licenze di altri Paesi di raccogliere gioco. A patto che rispettassero una serie di regole, a iniziare da quelle sulla tutela dei minori e dei soggetti vulnerabili. Secondo le stime, il mercato ha raggiunto un giro di affari di 4 miliardi di sol l’anno, circa 1 miliardo di euro. Troppi, per lasciar correre.
A febbraio arrivano le licenze
Con l’arrivo dei regolamenti, gli operatori hanno 120 giorni per adeguarsi alle previsioni del regolamento. A partire dal 10 febbraio dell’anno prossimo – e fino al 10 marzo successivo – potranno chiedere una licenza per commercializzare giochi e scommesse. La licenza avrà un costo di 2,97 milioni di Sol (circa 730mila euro), oppure – se l’importo è superiore – un importo pari al 3% dei ricavi netti annui. Gli operatori che raccoglieranno gioco senza licenza riceveranno una sanzione di importo compreso tra 742.500 e 990mila Sol (da 185mila a 245mila euro circa).
Le compagnie di gioco dovranno inoltre pagare un prelievo pari al 10% dei ricavi, a cui si aggiungerà un ulteriore 2% che andrà direttamente all’ente regolatore. Secondo le stime dello stesso Mincetur, l’erario peruviano incasserà 160 milioni di Sol ogni anno, in euro sono circa 40 milioni. “Non c sarà alcun prelievo sulle vincite” ha voluto chiarire lo stesso Mathews. “I giocatori incasseranno in toto i soldi che ottengono come vincita. La tassazione riguarderà solamente gli operatori nazionali e stranieri”.