Germania, con la legge sull’online arriva la nuova tassa

Germania, con la legge sull’online arriva la nuova tassa

Notizie dal mondo
  • Il Bundestag adotta un nuovo regime fiscale per slot e poker online basato non sul margine ma sulla raccolta
  • Per gli operatori viene messo a rischio un percorso durato dieci anni
  • La tassazione sulla raccolta infatti potrebbe minare tutti gli obiettivi della legge, dalla tutela del giocatore all’ottimizzazione del gettito erariale

 

Il 1 luglio è entrato definitivamente in vigore il GlüNeuRStV, la nuova legge con cui la Germania – dopo un processo durato dieci anni – ha liberalizzato del tutto il mercato del gioco online, e ha legalizzato anche le slot online e le poker room virtuali. Per i player internazionali si tratta di un’opportunità da sfruttare, l’AD di Sisal Francesco Durante ad esempio proprio in questi giorni ha confermato che “guardiamo con grande interesse al processo di regolamentazione del gioco online in Germania”.

 

Ma non si può negare che per gli operatori si tratta di un traguardo amaro: giusto una settimana prima del fatidico giorno, infatti il Bundestag ha approvato la proposta di legge che impone un prelievo fiscale rigidissimo sui nuovi prodotti. Secondo le associazioni di settore si tratta di un passo falso che rischia di compromettere i risultati tanto faticosamente raggiunti, potrebbe infatti mettere a rischio tutti gli obiettivi della legge, a iniziare dalla protezione del giocatore e dagli interessi fiscali. E la questione è già finita di fronte alla Commissione Europea che sta appurando se il regime fiscale tedesco rappresenti un aiuto di Stato che favorisce il gioco a terra.

 

I problemi della tassazione sulla raccolta

Slot e poker online infatti verranno tassati sulla raccolta, e il problema alla fine è che questa formula falsa i conteggi. Perché colpisce direttamente le giocate, “È come se lo Stato incassasse una tassa su ogni spin di slot che i giocatori tedeschi fanno” commenta Mathias Dahms, presidente della DSWV, l’associazione che riunisce gli operatori dell’online tedeschi. “E questo avviene più e più volte per ogni sessione di gioco, ogni pochi secondi, anche se le puntate vengono fatte con i soldi vinti grazie a uno spin precedente”. Oltretutto, l’aliquota non è nemmeno leggerissima, il 5,3%, quindi un giocatore che punta 10 euro, versa nelle casse dello Stato 53 centesimi.

 

Dahms sottolinea che non è un caso se tutti i Paesi che hanno legalizzato il mercato dell’online hanno adottato una tassazione sul margine, vale a dire che gli operatori pagano il prelievo solamente su quello che guadagnano, sulla quota delle giocate che incassano una volta che hanno pagato le vincite. In questo modo le compagnie sono libere di scegliere che percentuale delle giocate restituire agli utenti, e pagheranno il prelievo solo sul resto. Ma soprattutto non verranno tassati i soldi che un giocatore vince e decide di puntare nuovamente.

 

E il mercato nero incombe

Ovviamente poi questo sistema rende ancor più difficile competere con gli operatori non autorizzati. “I consumatori tedeschi hanno due alternative: o accettano che il gioco offerto dagli operatori autorizzati sia molto più costoso; o passano al mercato nero, visto che è comunque facile raggiungere un sito senza licenza” dice ancora Dahms. Che poi commenta, “Per anni, gli Stati Federali tedeschi hanno lottato per trovare un compromesso sulla legge sul gioco, in modo da disciplinare finalmente questo settore. Adesso stanno distruggendo un percorso che hanno compiuto in dieci anni, quando mancano pochi metri al traguardo”.

 

Oltretutto questo regime fiscale va a appesantire una regolamentazione che fin da subito presentava dei limiti pesanti. La Germania ha infatti posto una serie di paletti, a iniziare dalla puntata massima di 1 euro per ogni spin e dall’obbligo di commercializzare le slot online su dei siti appositi, distinti da quelli su cui vengono offerti gli altri giochi da casinò. Senza contare il tetto alla spesa mensili.

 

Il rischio è che la Germania non riesca a canalizzare i giocatori verso il circuito legale. Justus Haucap (ex presidente della Commissione Monopoli, e docente di economia dell’Università di Düsseldorf) con la ricerca Zukünftige Glücksspielbesteuerung im Rahmen des Glücksspielneuregulierungsstaatsvertrags ha messo a confronto i sistemi adottati in diverse giurisdizioni e ha concluso che con l’impianto tedesco, la metà del mercato rischia di rimanere illegale. “Per ottenere un’efficace canalizzazione verso il gioco legale è necessario che il regime fiscale tenga conto delle caratteristiche di ogni prodotto di gioco” scrive, spiegando poi che la regolamentazione faticherà a assicurare tutti gli obiettivi che dovrebbe perseguire. “Il volume totale del gioco del canale legale diminuirà drasticamente. E questo comprometterà anche gli interessi erariali“. E anche “la protezione dei minori e dei giocatori non può essere raggiunta senza un’adeguata canalizzazione”.

 

L’UE sta già indagando

La DSWV non è rimasta con le mani in mano e con l’aiuto dell’Egba ha presentato una denuncia alla Commissione Europea per presunti aiuti di Stato. In sostanza, il gioco online sopporta una tassazione molto più onerosa degli stessi giochi offerti a terra. E questo potrebbe spingere i giocatori a disertare i siti online, e a preferire le sale slot o nei casinò fisici. Semplicemente perché si vince di più. A rendere la discriminazione più evidente, c’è il fatto che nella maggior parte dei casi i siti di gioco online vengono gestiti da operatori internazionali, mentre le sale fisiche sono controllate da compagnie nazionali. Ma la Commissione – secondo quanto assicura la stessa associazione tedesca – ha reagito immediatamente chiedendo al Governo tedesco una posizione formale.

Gioel Rigido