India, tasse troppo alte, operatori in fuga

India, tasse troppo alte, operatori in fuga

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India, il primo operatore getta la spugna dopo che è entrata in vigore la nuova aliquota fiscale sul gioco online, le scommesse ippiche e i casinò. Il giro di vite fiscale è stato deciso lo scorso luglio ed è entrato effettivamente in vigore dal 1 ottobre. Agli operatori di gioco si chiede di pagare una tassa del 28% della raccolta.

E questo vuol dire che il problema non è solo l’aliquota, di per sé proibitiva, ma anche il fatto che la tassa si applica al fatturato, e non ai ricavi. In altre parole, se un bookmaker ad esempio offre delle quote troppo favorevoli e paga più vincite delle scommesse che ha incassato, dovrà comunque pagare le tasse.

Così il sistema è insostenibile

“La nuova normativa rende il sistema insostenibile” ha tagliato corto la Super Group, marchio sotto cui opera la anglo-maltese Betway, che appunto dall’inizio di questo mese ha cessato ogni attività all’interno dell’India.

Che poi ha assicurato che questa decisione non avrà particolari ripercussioni sulle performance del gruppo. “Valutiamo in continuazione come si evolvono gli scenari normativi dei mercati in cui operiamo. Nel corso degli anni abbiamo diversificato il nostro business e operiamo in svariate aree geografiche. Siamo pertanto fiduciosi sulle opportunità che potremo cogliere nel lungo termine”.

La tassa favorisca il mercato illegale

Il problema però è che quello di Betway non sembra destinato a rimanere un caso isolato. La All India Gaming Federation, una delle maggiori associazioni indiane del settore, ammette apertamente che la nuova aliquota solleva degli interrogativi inquietanti sul futuro di tutto il settore. Chiaramente, se gli operatori autorizzati chiudono i battenti, il mercato resterà in mano a quelli illegali. L’associazione ha quindi scritto al ministro dell’economia Sanjay Malhotra chiedendo quantomeno di rinviare l’applicazione della tassa.

L’India oltretutto ha problemi fortissimi per quanto riguarda il gioco illegale. Si stima che il mercato complessivamente abbia un volume d’affari di circa 60 miliardi di dollari l’anno, la metà di questa cifra tuttavia finisce in mano a operatori illegali. Di certo poi non aiuta il fatto che la normativa sul gioco sia estremamente frammentaria, ogni Stato della Federazione ha una propria regolamentazione. In alcune aree del Paese è completamente vietato, in altre ci sono sistemi più liberali.

Ma una tassazione così elevata potrebbe avere delle ripercussioni pesanti anche per quanto riguarda i posti di lavoro. Non colpisce infatti solamente il gioco online, ma anche i casinò e le agenzie di scommesse ippiche.

Gioel Rigido