Germania: le chiamano scommesse, ma sembra il gioco dell’oca

Germania: le chiamano scommesse, ma sembra il gioco dell’oca

Notizie dal mondo
  • Un giudice blocca nuovamente il settore delle scommesse online, che era stato aperto da poco dopo un’interminabile serie di intoppi sia normativi, sia giudiziari 
  • Lo Schleswig-Holstein intanto potrebbe ancora fornire una scappatoia perché il mercato non venga paralizzato
  • Gli Stati Regionali hanno già elaborato una nuova disciplina che dovrebbe entrare in vigore nel 2021. E finalmente vengono legalizzati casinò e poker online

 

Dopo appena tre anni dall’apertura del mercato, la Germania riparte da zero sulle scommesse online, il tribunale amministrativo di Darmstadt ha infatti bollato come discriminatorio e poco trasparente l’iter per l’assegnazione delle licenze, e quindi ha congelato tutti gli operatori. C’è almeno la magra consolazione che lo stop arriva in un momento in cui non può provocare tanti danni, il mercato delle scommesse è pressoché fermo perché con il coronavirus non ci sono match su cui puntare; inoltre c’è da credere che – non appena i campionati e le coppe riprenderanno – i bookmaker torneranno a raccogliere scommesse grazie all’escamotage di cui si erano già serviti in passato. Sì, perché la Germania – universalmente conosciuta per la propria efficienza – ha iniziato a lavorare sulla regolamentazione delle scommesse online dal 2011, ma è riuscita a aprire il mercato solo nel 2017. Nel mentre, accanto all’immancabile mercato nero degli operatori senza licenza, se ne è creato uno grigio. Ci sono infatti una serie bookmaker che hanno delle licenze rilasciate da un singolo Land, lo Schleswig-Holstein, e che quindi potrebbero raccogliere scommesse solo all’interno di quello Stato, ma che poi accolgono gli scommettitori di tutta la Germania.

 

I tre Trattati Federali

La Germania inizia il lungo viaggio per la legalizzazione dell’online nel 2011. All’epoca erano legali solo le lotterie statali – sedici, una per ogni Land – e le scommesse a terra, e a premere per il cambiamento è stata l’Unione Europea. La Corte di Giustizia aveva espresso infatti una serie di critiche, e c’era il concreto rischio che la Commissione aprisse una procedura di infrazione. I 16 Stati – sul gioco la competenza spetta a loro – decidono così di liberalizzare almeno in parte il mercato, e varano una prima versione del Trattato Federale. Si tratta di una sorta di esperimento, i Land lo dicono subito che hanno intenzione di riunirsi periodicamente per monitorare il processo. Anche perché il Trattato ha una data di scadenza, durerà solo sette anni. In realtà al 2018 non ci arriverà mai, almeno non nella versione originale, visto che i Land dovranno rivederlo molto prima. Ma conviene andare con ordine.

Nel 2011, gli Stati in questa fase legalizzano solo le scommesse online – quindi niente casinò e poker online – e impongono una serie di limiti, ad esempio vietano le scommesse live. Inoltre, decidono di aprire il mercato a un numero ristrettissimo di operatori: le licenze in palio sono appena 20 per tutta la Germania. E come se non bastasse, la gara arriva con un notevole ritardo, viene indetta solo due anni dopo. Si fanno avanti 35 operatori, ne vengono selezionati 20, e i 15 rimasti fuori fanno ricorso. E vincono. Diversi tribunali riconoscono infatti che la procedura seguita sia stata poco trasparente. Siamo nel 2015 ed è tutto da rifare.

Ora, l’impressione è che i Land – o almeno la maggior parte – non si strappino i capelli. Le trattative riprendono circa un anno dopo: alcuni Stati vorrebbero riscrivere totalmente il Trattato, e magari arrivare anche a una liberalizzazione più ampia. Ma prevale la linea della prudenza, si sceglie di correggere solamente le criticità. Salta così il tetto delle licenze, in questo modo tutti e 35 gli operatori che hanno partecipato alla gara ottengono l’autorizzazione. Questa viene comunemente definita come la seconda versione del Trattato, e così si arriva finalmente a aprire il mercato. Solo che siamo nel 2017 e praticamente i Land devono tornare quasi subito a incontrarsi, visto che si avvicina il termine di scadenza.

Anche nel caso della terza versione, prevale un atteggiamento prudente, gli Stati cancellano solamente il tetto al numero di licenze, chiunque avrà i requisiti potrà quindi chiedere il titolo e offrire le proprie scommesse. Ma conservano gran parte dei limiti imposti alle scommesse – ancora niente scommesse live – e sopratutto non legalizzano i giochi da casinò e il poker online. Anche questo Trattato è a termine, e la scadenza è particolarmente vicina: la terza versione entra in vigore il 1 gennaio 2020, e cesserà il 30 giungo 2021, un anno e mezzo. Anche se poi, tra l’approvazione della legge successiva e l’emissione delle nuove licenze, la prospettiva è di arrivare al 2023. E per la cronaca sono queste le licenze che il Tribunale di Darmstadt ha congelato.

 

La sentenza che ha congelato nuovamente il mercato

In sostanza, secondo i giudici, il Consiglio Regionale di Darmstadt – l’amministrazione incaricata di assegnare le licenze – ha favorito quelle compagnie che già operavano in Germania, e ha discriminato i soggetti che ancora non erano entrati nel mercato. Pomo della discordia un evento informativo che si è tenuto nell’agosto scorso, l’amministrazione ha invitato solo i rappresentanti delle compagnie già presenti, e ha ignorato le altre. Queste ultime così hanno potuto fare affidamento solo sulle comunicazioni pubblicate sui canali ufficiali. Che però si sono rivelate un po’ lacunose. Qui, infatti, l’amministrazione non ha chiarito quale fosse il termine iniziale per presentare le domande, e ha dimenticato di dire che – a determinate condizioni – gli operatori potevano versare solo una parte del deposito cauzionale previsto. Che per la cronaca ammonta a 5 milioni. Ora, è quasi certo che l’amministrazione coinvolta ricorrerà in appello, intanto però secondo Mathias Dahms – presidente del DSWV, l’associazione che riunisce i bookmaker tedeschi – si tratta di “Un duro colpo per il settore”. E aggiunge: “Agli operatori viene nuovamente negato l’accesso a un mercato regolamentato”.

 

Lo Schleswig-Holstein

In realtà però, nonostante tutti questi intoppi, in Germania un mercato online esiste dal 2012. Non è esattamente legale, ma alla fine dei conti non è nemmeno poi tanto illegale. Lo Schleswig-Holstein fin dai primi tentennamenti infatti decide di muoversi autonomamente e adotta una regolazione a sé, molto più liberale di quella comune. Legalizza infatti non solo le scommesse, ma anche i casinò online. E distribuisce una cinquantina di licenze, 23 per i casinò, e 25 per le scommesse. Anche questo Land ha i suoi ripensamenti, a un certo punto congela per un po’ di tempo tutti i titoli, e di volta in volta sottoscrive le varie versioni dei Trattati cercando di riunirsi al percorso nazionale. Ma bene o male, le licenze regionali restano in vigore, e soprattutto consentono in qualche modo in tutta la Germania. Non si potrebbe: gli operatori dovrebbero respingere i giocatori che vivono negli altri Land. Ma gli strumenti di localizzazione non sono poi tanto efficaci. E sopratutto è impossibile sanzionare gli operatori che sconfinano.

 

Mercato nero

E poi c’è il mercato nero, o meglio parallelo vero e proprio. I bookmaker che vorrebbero operare legalmente lo denunciano da sempre: tutti i ripensamenti normativi e gli intoppi per l’assegnazione delle licenze hanno creato un vuoto normativo. In questo modo le compagnie europee hanno potuto accettare scommesse e giocate in Germania senza che le autorità potessero sanzionarle in alcun modo.

 

Il GlüNeuRSt

Bisogna ammettere però che la Germania è già proiettata verso il futuro, la Terza versione del Trattato scadrà appunto fra poco più di un anno, e i Land hanno già varato – ma devono ancora ratificare – la legge che lo sostituirà. Questa volta non si tratta di una semplice revisione, ma di un testo del tutto nuovo (ha un nome un po’ impronunciabile: GlüNeuRSt), che finalmente legalizza anche i giochi da casinò e il poker online. Anche in questo caso si parte però con la sordina: le slot online non possono essere offerte assieme ai giochi da tavolo, devono quindi andare su dei siti autonomi. Inoltre, sempre per le slot, c’è il limite di un euro alla giocata massima, non si possono offrire jackpot, e viene vietata la funzione autoplay. Ancora, i Land potranno assegnare il settore alle lotterie nazionali, creando così dei monopoli, oppure potranno vietare alcuni giochi da tavolo in particolare. Confermati poi alcuni limiti già previsti nei vari Trattati, come il tetto di 1.000 per i depositi sui conti di gioco e il divieto di pubblicità nelle ore diurne, ovvero tra le 6 del mattino e le 9 di sera.

Gioel Rigido