Arriva il primo decreto delegato, quello sull’online

Arriva il primo decreto delegato, quello sull’online

Legislazione

Il Ministero dell’Economia si appresta a dare un netto giro di vite al settore del gioco online. Via XX Settembre sta infatti dando gli ultimi ritocchi al primo dei decreti previsti dalla delega fiscale. Il testo potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei Ministri già la settimana prossima, per poi passare al vaglio delle commissioni competenti di Camera e Senato.

Sette milioni di euro per una licenza

Il decreto conterrà la prima vera e propria riforma dell’online da quando il settore è stato regolamentato nel 2011. Il dato che colpisce maggiormente è il costo delle licenze che – stando alle bozze circolate nelle scorse ore – dovrebbe arrivare addirittura a 7 milioni di euro. Nella gara del 2018 – con le concessioni che dovevano durare fino al 2022, quindi circa 4 anni – il gettone d’ingresso era di 200mila euro.

Già nei mesi scorsi si era venuto a sapere che il prezzo delle licenze sarebbe cresciuto vertiginosamente. Si parlava di 5 o 6 milioni di euro, ma probabilmente questo è un aspetto su cui si sta ancora discutendo. Anche perché il rischio è di tagliare fuori dal mercato gli operatori più piccoli. In ogni caso, per evitare eccessive restrizioni, il decreto prevede che i big del settore non possano acquisire più di cinque concessioni ciascuno.

E ancora, il canone di concessione viene razionalizzato e sarà pari al 2% del compenso percepito dal concessionario. Al momento – così prevedono le concessioni del 2018 – il canone viene diviso in due pagamenti annuali: il primo è fisso, ed è paro a 50mila euro; il secondo invece è del 2,5% del compenso percepito nei primi sei mesi dell’anno, bingo escluso.

Stretta su skin e PVR

Stretta anche sul fenomeno delle skin, i siti di gioco paralleli su cui vengono sfoggiati brand differenti, ma che operano grazie alla stessa concessione. Al momento se ne contano circa 500. Il decreto prevede che ciascuna concessione dia diritto ad aprire un solo sito di gioco online. Giro di vite anche sui punti vendita e ricarica, gli esercizi generalisti che dovrebbero consentire solamente di aprire e gestire i conti di gioco, ma che spesso operano come vere e proprie agenzie a terra. Il decreto in questo caso dispone che non possano pagare vincite nel modo più assoluto.

Il contrasto al gioco illegale

Il decreto delegato contiene infine anche delle misure per arginare il gioco illegale. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le altre Amministrazioni interessate dovranno infatti effettuare nuovi controlli, e si punta ancora una volta sul blocco di pagamenti. In qualche modo è una reazione ai recenti scandali che hanno coinvolto diversi calciatori italiani, sorpresi a scommettere su siti esteri.

Sulle dimensioni del mercato illegale dei giochi in Italia sono circolate diverse cifre negli ultimi mesi. La Gazzetta dello Sport ad esempio ha parlato addirittura di un giro d’affari di 25 miliardi l’anno tra online terrestre. Ma la maggior parte – 18,5 miliardi – finisce su siti non autorizzati. La Gazzetta fa i conti in termini di raccolta, l’Egba aggiusta il tiro e – dedotte le vincite – parla di un miliardo di spesa effettiva del giocatore. Comunque sono un mucchio di soldi.

Per l’Egba occorre anche allentare il divieto di pubblicità

E poi sottolinea che in parte è anche colpa del divieto di pubblicità. “Le dimensioni del mercato nero sono preoccupanti, ma non sorprendono, visto che l’Italia è il paese UE che ha adottato la normativa più severa sulla pubblicità del gioco” commenta il segretario generale dell’associazione Maarten Haijer. “Senza un adeguato livello di pubblicità, i giocatori non hanno modo di distinguere l’offerta legale da quella parallela. È evidente quindi che un rafforzamento dei sistemi di controllo non basta, serve anche una revisione del divieto di pubblicità”.

Gioel Rigido