Anche in UK nessuno sa contare i giocatori a rischio

Anche in UK nessuno sa contare i giocatori a rischio

Notizie dal mondo
  • Il reale numero dei giocatori patologici è un mistero anche nel Regno Unito
  • La Gambling Commission effettua ogni 3 mesi un monitoraggio e parla di 170mila soggetti a rischio elevato
  • L’associazione Gamble Aware ne conta invece 1,4 milioni, 9 volte di più

Anche nel Regno Unito si accende lo scontro su quale sia il vero numero dei giocatori problematici. Per la Gambling Commission ci sono appena 170mila persone a rischio elevato, per Gamble Aware – una delle maggiori associazioni impegnate nella lotta alle ludopatie – invece il numero è ben 9 volte più alto, i soggetti dipendenti sono almeno 1,4 milioni. La polemica va avanti da un po’, con il settore e l’associazione che si accusano a vicenda di mistificare i dati. Anche Gamble Aware lancia accuse pesanti, nonostante i numeri forniti dalla Gambling Commission possano essere considerati ufficiali.

Il numero di giocatori attivi è in crescita, anche se ancora non torna ai livelli pre-Covid

La Gambling Commission monitora ogni tre mesi le abitudini di gioco dei sudditi britannici – l’ultimo aggiornamento è stato pubblicato proprio in queste ore – e ne stila un report abbastanza analitico, che però esamina il settore del gioco in generale. Si parte ad esempio dai prodotti preferiti e dal profilo del giocatore tipo, ma poi ci sono anche delle stime sui soggetti problematici.

Il report evidenzia che, dopo il contraccolpo che il settore ha subito durante la pandemia e i lockdown, sia tornato a crescere il numero di soggetti che ha giocato almeno una volta nelle 4 settimane precedenti. Complessivamente siamo al 43,3%, e bisogna dire che il dato è in crescita rispetto al 42,6% della precedente rilevazione, ma è ancora lontano dalle cifre pre-Covid (47,2%).

In particolare, aumenta in modo sensibile il numero delle persone che ha ripreso a giocare nelle ricevitorie e nelle sale fisiche (si è passati dal 23 al 26%), chiaramente il gioco a terra è quello che ha risentito maggiormente dei lockdown. Meno marcato l’aumento del gioco online, si è passati dal 25,3 al 25,7%, ma in questo caso il trend è in espansione da tempo.

Per gli operatori, solo lo 0,2% dei giocatori ha patologie

Nonostante il numero dei giocatori sia in crescita, quello dei soggetti patologici è addirittura in calo. I giocatori a rischio elevato sono infatti lo 0,2% della popolazione, mentre nel report di tre mesi prima erano lo 0,3% (che corrispondeva a un bacino di 170mila persone). C’è stata insomma una leggera oscillazione, ma la Gambling Commission si affretta a precisare che non è statisticamente rilevante.

A questi dati comunque bisogna aggiungere anche un altro 0,9% di cittadini a rischio moderato (in leggera crescita rispetto allo 0,8% precedente), e un 1,4% a rischio basso (erano l’1,9% tre mesi fa). Le tre categorie insieme arrivano al 2,5% della popolazione, se si fa il calcolo sui maggiorenni, si parla di 1,3 milioni di soggetti.

Per Gamble Aware i giocatori con problemi sono almeno 1,4 milioni

Gamble Aware a fine marzo – quindi circa un mese prima della Gambling Commission – ha pubblicato lo studio Annual GB Treatment and Support Survey 2021 che ha commissionato alla società di ricerche di mercato YouGov. Il report stima un 7% a di inglesi a basso rischio, un 2,9% a rischio moderato, e un 2,8% a rischio elevato.

Solo questi ultimi sarebbero 1,4 milioni di persone, più del numero a cui arriva la Gambling Commission includendo anche i soggetti a basso e medio rischio. Se si sommano sommano invece tutte e tre le categorie – anche a rischio basso e moderato – si arriva quasi al 13% della popolazione adulta, facendo i conti è una platea di oltre 6 milioni di persone.

Ognuno accusa l’altro di aver falsato i dati

La differenza è enorme, e non appena Gamble Aware ha diffuso il report è scoppiata la polemica. L’associazione fornito una spiegazione, che però giustifica solo in parte il divario. La Gambling Commission effettua i sondaggi via telefono, YouGov invece lo fa via internet, ed è possibile che la rete attragga un maggior numero di giocatori a rischio. Oltretutto, Gamle Aware ha subito precisato di aver preso usato tutti gli strumenti necessari per eliminare le distorsioni, e che le percentuali che ha fornito al massimo si collocano nel limite superiore del range. Insomma, secondo l’associazione è la Gambling Commission a sottostimare il fenomeno.

“Non riconosciamo questi dati, che sono in contrasto con quelli forniti dalla Gambling Commission” replica il Betting and Gaming Council, associazione che riunisce gli operatori inglesi. “I report dell’ente regolatore attestano che il numero di giocatori a rischio elevato sia di appena 170mila soggetti, e oltretutto le percentuali si sono dimezzate rispetto all’analisi condotta appena 18 mesi fa. Queste cifre sono ben lontane dalle quelle che suggerisce Gamble Aware”.

Gioel Rigido