ADM pronta a staccare 30 concessioni, ma si parla di proroga

ADM pronta a staccare 30 concessioni, ma si parla di proroga

Legislazione
  • La gara per il rinnovo delle concessioni dell’online è slittata a metà 2021
  • Alcune concessioni però scadranno nel giro di pochi mesi, le prime giungeranno a termine già tra qualche giorno
  • Il Governo pensa a una proroga, ma ADM scatta in avanti e invia le prime lettere per annunciare il distacco imminente

Scoppia il caos sul gioco online, una trentina di concessioni – quelle emesse con il cosiddetto bando comunitario del 2012 – scadranno nell’arco di pochi mesi, le prime in realtà giungeranno al termine già la settimana prossima. Il Governo aveva già previsto da tempo la gara per il rinnovo ma a causa dell’emergenza Covid è stato costretto a rimandarla e adesso sta valutando una proroga per tappare il buco. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli però sta già inviando delle lettere alle compagnie interessate per  invitarle a interrompere ogni attività di raccolta dal giorno successivo.

In realtà la spina non verrà staccata a tutti questi operatori, alcuni infatti hanno acquistato una seconda concessione nei bandi successivi o comunque l’hanno ereditata grazie a delle acquisizioni e fusioni, e quindi sposteranno lì tutte le operazioni. Ci sono poi alcune compagnie che si sono aggiudicate la concessione, ma non l’hanno mai utilizzata: l’ultimo bando dell’online è stato pubblicato nel 2018, ma praticamente quando era in corso il Governo ha introdotto il divieto di pubblicità e l’aumento della tassazione, e ha modificato profondamente le condizioni del mercato. Tanto che alcuni operatori internazionali che avevano tutto pronto per sbarcare in Italia alla fine hanno fatto un passo indietro. Le concessioni che hanno acquistato potrebbero quindi tornare utili a chi ha ricevuto la lettera dell’ADM.

Qualcuno però poi resterà inevitabilmente fuori e non avrà alcuna possibilità di rientrare. Anche perché i tempi per il nuovo bando si sono allungati inevitabilmente a causa dell’emergenza Covid. Originariamente la legge di Bilancio 2020 aveva stabilito che gara dovesse essere indetta entro la fine di quest’anno, proprio per rimpiazzare i titoli in scadenza, ma poi il decreto Cura Italia l’ha fatta slittare di sei mesi – come del resto quelle per gli apparecchi e per le sale da gioco. Un operatore che fosse costretto a lasciare il mercato, probabilmente non avrebbe alcun interesse a rientrare a 6 o 8 mesi di distanza. Nel mentre avrebbe perso tutti i giocatori, e non potrebbe nemmeno pensare di recuperarli con una massiccia campagna di marketing, appunto perché la pubblicità è vietata. Senza contare che le nuove concessioni avranno una base d’asta di 2,5 milioni di euro ma – visto che ne verranno assegnate solo 40 – le offerte potrebbero arrivare a cifre ben superiori. Un investimento insomma piuttosto rilevante, soprattutto se si considera che per le concessioni assegnate nel 2018 bastava versare un corrispettivo fisso di 200mila euro.

Lo scenario è piuttosto cupo, tanto che la LOGiCO, l’associazione che riunisce gli operatori dell’online, parla di un vero e proprio “sfratto”. E Moreno Marasco, presidente dell’associazione, solleva un dubbio: “L’invio delle comunicazioni apre molti interrogativi sulle reali intenzioni dello Stato verso il gioco legale. Oggi ci chiediamo se la volontà non sia quella di ridurre ai minimi termini il gioco legale”. E critica aspramente lo zelo eccessivo con cui è intervenuta l’ADM, anche perché “si pone in totale contraddizione rispetto alla volontà del Governo“. L’Esecutivo infatti sta discutendo proprio in questi giorni se inserire o meno nel decreto Agosto un emendamento per prorogare di default le concessioni, chiedendo alle compagnie di versare un canone mensile di 2.800 euro. “Sarebbe stato sufficiente considerare l’allineamento previsto come fissazione di una unica data di scadenza di tutte le vigenti concessioni per il gioco a distanza a prescindere dalla data della loro assegnazione” aggiunge ancora Marasco. L’associazione avverte poi di essere pronta “a dare battaglia e ad aiutare i nostri associati in termini di consulenza e assistenza legale”; e sottolinea che gli avvisi inviati dall’ADM “comporteranno una serie di contenziosi molto onerosi per lo Stato e per le imprese, una perdita di gettito erariale e metteranno a rischio posti di lavoro”.

Le prime ripercussioni, tuttavia, si stanno già verificando. Secondo quanto riporta Agimeg, i giocatori si sono scatenati sui social per capire quali siano le 30 compagnie a rischio. Molti stanno quindi chiudendo i conti di gioco, nella paura – che però sembra del tutto ingiustificata – di non potervi più accedere. Quantomeno, i Monopoli nelle lettere sottolineando che i concessionari dovranno fare fronte a “tutti gli adempimenti ancora dovuti”.

Gioel Rigido