ADM smentisce il Piemonte: le slot possono tornare nei bar

ADM smentisce il Piemonte: le slot possono tornare nei bar

Notizie ITA
  • Secondo l’ente regolatore la legge regionale piemontese del 2021 consente anche ai bar di rimettere le slot
  • Solo un mese fa, la Regione aveva dato una linea comune e aveva scritto il contrario sulle FAQ del proprio sito
  • E gli operatori adesso chiedono alla Regione di correggere quella interpretazione

 

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli smentisce la Regione Piemonte: l’iscrizione nel registro RIES è a tutti gli effetti un’autorizzazione e chiunque ne sia in possesso può re-istallare le slot. E quindi anche i bar. Insomma tutto il contrario di quello che aveva detto – più o meno un mese fa – la Regione Piemonte nelle FAQ del proprio sito.

 

La legge regionale del 2016 e il dietrofront del 2021

Andando per ordine, nel 2016 il Piemonte ha approvato una legge sul gioco che – grazie a un distanziometro molto rigido – ha progressivamente fatto sparire buona parte delle slot. La normativa prevedeva scaglioni diversi, e nel corso degli anni ha colpito prima gli esercizi generalisti, poi le sale da gioco aperte prima del 2014, e infine anche quelle che hanno iniziato l’attività successivamente. Tutti gli scaglioni sono entrati in vigore, quindi in questi anni qualunque esercizio che non rispettava le distanze, ha dovuto togliere le slot o trasferirsi altrove.

 

Per arrivare a un cambio di rotta è stato necessario attendere il luglio 2021, e su questo è stato determinante il fatto che la colazione di centro-destra guidata da Alberto Cirio abbia soppiantato il centro-sinistra nelle elezioni di due anni prima. Sei mesi fa, la nuova maggioranza – comunque dopo un duro scontro in Consiglio – ha approvato una legge regionale per introdurre una disciplina meno rigida. Oltre a ridurre il distanziometro, ha anche consentito di re-istallare le slot agli esercizi che le avevano dovute togliere, ma che adesso risultano in regola.

 

I dubbi sui bar

Bisognava però capire se tutti gli esercizi potessero rimettere le slot, o se questa norma riguardasse solo alcuni tipi di attività e non altri. La legge del 2021 infatti usa un termine un po’ vago, dice che questa facoltà è riservata ai soggetti che avevano “autorizzazione rilasciata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli”. I dubbi sono sorti in particolare per gli esercizi generalisti, ovvero quelli che non svolgono come attività principale la vendita di prodotti di gioco, vale a dire le tabaccherie e soprattutto i bar.

 

Nei mesi successivi all’entrata in vigore della nuova legge, c’è stato un po’ di caos. Ogni Comune ha fatto di testa propria, alcuni hanno sospeso le autorizzazioni in attesa di chiarimenti, altri hanno respinto le richieste. Altri ancora infine hanno dato il via libera a ogni attività.

 

La Regione Piemonte interpella ADM e stoppa i bar

La Regione Piemonte ha quindi cercato di dare una linea comune pubblicando delle FAQ sul proprio sito. E ha promosso un’interpretazione piuttosto restrittiva, visto che ha cercato di escludere i bar. Ha sostenuto infatti che nella definizione di autorizzazioni rientrano solamente le licenze rilasciate alle tabaccherie “che sono considerate vere e proprie concessioni”. Ma, “seguendo tale interpretazione, rimarrebbero esclusi i bar privi di licenza di tabacchi o patentino”. E ha sottolineato anche che questa interpretazione sarebbe “condivisa con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli”.

 

ADM però dice il contrario

Il problema è che i Monopoli non sembrano affatto d’accordo. Qualche operatore – assistito dall’avvocato Luca Giacobbe, dello studio legale Giacobbe, Tariciotti e Associati – in questi mesi ha chiesto direttamente l’intervento dell’Ente Regolatore per capire il da farsi. Il fatto è che chiunque – bar inclusi – voglia istallare una slot deve essere iscritto in un registro apposito, il RIES. L’iscrizione segue un iter rigido, ADM verifica il possesso dei requisiti e obbliga chi non ne è in possesso a togliere le macchine. Insomma sembra un’autorizzazione a tutti gli effetti, e questo porta a credere che la nuova legge del Piemonte debba includere anche i bar.

 

“La descrizione ci porta a affermare che l’iscrizione all’Elenco RIES, che è per espressa previsione normativa un titolo abilitativo, sia da ricomprendere tra le autorizzazioni ad efficacia ricognitiva che accertano l’esistenza dei presupposti di legge per esercitare una certa attività e costituiscono l’esito di un riscontro di idoneità” ha replicato adesso l’Ufficio Affari Generali della Direzione Territoriale di Liguria, Piemonte e Val d’Aosta. E non si può fare a meno di notare che sia passato un mese o poco più da quando il Piemonte ha scritto le FAQ.

 

I Monopoli poi rincarano la dose: “parrebbe condivisibile l’interpretazione che farebbe rientrare nella fattispecie – di autorizzazione di cui parla la legge piemontese, NdR – il titolo derivante dalla corretta iscrizione al cosiddetto Elenco RIES”.

 

Adesso gli operatori chiedono al Piemonte di correggere le FAQ

“Anche Adm aderisce alla nostra interpretazione” ha commentato l’avvocato Giacobbe in una nota. “È chiaro a tutti che il RIES costituisce un titolo abilitativo per gli esercenti che installano Awp e ne deriva che anche gli esercizi generalisti rientrano a pieno titolo nei soggetti che fanno facoltà di reinstallare gli apparecchi”.

 

Il problema però è che al momento il Piemonte non è ancora intervenuto per rivedere quelle linee guida. In  sostanza alcuni Comuni potrebbero ancora negare ai bar di rimettere le slot citando le FAQ. Per questo adesso Giacobbe chiede che la Regione “corregga la FAQ fornita e apra a una interpretazione meno restrittiva per i generalisti visto che questa posizione non trova riscontro nella normativa di settore e da oggi nemmeno nell’ente regolatore. Insistere su questa posizione significa negare a soggetti autorizzati da ADM di raccogliere gioco con implicazioni evidenti non solo di carattere economico per gli operatori e per l’Erario, ma anche di tutela della salute di contrasto alla ludopatia ed alla promozione di comportamenti responsabili”.

Gioel Rigido