Salva Sport congelata anche per scommesse ippiche e sportive

Salva Sport congelata anche per scommesse ippiche e sportive

Notizie ITA
  • Il Tar Lazio sospende temporaneamente il pagamento della tassa anche per le scommesse sportive e per quelle ippiche
  • Le ippiche sono state incluse ingiustamente nel prelievo, tanto che lo stesso Mipaaf ha chiesto di correggere l’errore
  • Intanto l’associazione LOGiCo chiede a ADM di stoppare la tassa per tutti i concessionari, anche quelli che non hanno fatto ricorso 

 

Alla fine il Tar congela la tassa Salva Sport per tutte le scommesse – non solo il betting exchange, ma anche le sportive tradizionali e le ippiche – o almeno lo fa per gli operatori che hanno presentato i ricorsi. Bisogna sottolineare però che al momento quelli emessi dal Tar Lazio sono dei decreti d’urgenza, hanno una vita molto breve e servono sostanzialmente a evitare che il provvedimento controverso provochi danni irreparabili nei giorni, o nelle settimane, necessari per arrivare alla prima udienza disponibile. Nel caso del Salva Sport resteranno in piedi fino al 2 o al 4 dicembre a seconda dei casi, allora le compagnie avranno modo di esporre per bene le proprie ragioni, e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – che finora non ha mai avuto la possibilità di replicare – potrà difendere la propria posizione. A quel punto il Tar deciderà se sospendere per un periodo più lungo la tassa (solitamente si arriva fino alla sentenza) oppure se revocare il provvedimento. E in quel caso, i bookmaker dovranno pagare il dovuto.

 

Betfair è stato il primo operatore a ottenere la sospensiva, e probabilmente ha fatto leva sul singolare meccanismo – ai fatti si trattava di un prelievo forzoso sui conti di gioco degli utenti – messo a punto per assicurare il pagamento della tassa. Nel weekend poi – esattamente di sabato, e questo la dice lunga sulla premura che il giudice ha avuto – è arrivato lo stop anche per Lottomatica, Sisal e Goldbet, che quindi peroravano la causa delle normali scommesse sportive.

 

Martedì è stato il turno di BetFlag che addirittura ha presentato due ricorsi differenti. Uno per il betting exchange – quindi probabilmente molto simile a quello di BetFair – e l’altro per le scommesse ippiche. Per le ippiche, peraltro, la situazione era quasi grottesca: il decreto Rilancio (che ha introdotto la tassa parlava la scorsa primavera) elencava le sole scommesse sportive, assolutamente non faceva alcun riferimento alle ippiche. Che quindi non potevano essere tassate. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, tuttavia, quando a settembre ha varato il decreto per dare attuazione al prelievo, ha inserito anche le “scommesse di ippica nazionale, scommesse ippiche a totalizzatore, scommesse ippiche a quota fissa e multiple a riferimento”.

 

Perché lo abbia fatto non è chiaro, ma il decreto ha lasciato di stucco un po’ tutti, tanto che persino le altre Amministrazioni si sono sentite in dovere di intervenire. Giuseppe L’Abbate, sottosegretario al Mipaaf con la delega all’Ippica, già a settembre ha scritto direttamente al direttore dell’ADM Marcello Minenna “per ribadire le ragioni del comparto ippico al fine di preservarlo da una ingiusta ulteriore penalizzazione. Del resto è la stessa norma a non inserire l’ippica tra i destinatari del Fondo speciale venutosi a creare con questo prelievo forzoso sulle scommesse”. In buona sostanza, se quella norma non comprende il mondo dell’ippica quando si tratta di dividere quelle risorse, allora non può riguardarlo nemmeno quando si tratta di reperire i finanziamenti. E il Sottosegretario va avanti senza usare mezze parole: “L’estensione di tale disposizione alla raccolta delle scommesse ippiche presenta criticità” e “rischia di essere un ulteriore colpo ad un settore entrato in una spirale depressiva da cui si cerca di uscire attraverso un complesso e partecipato processo di riforma, portato avanti dal Ministero delle Politiche Agricole”.

 

Anche i bookmaker poi hanno avanzato delle richieste simili negli scorsi mesi: “Diversi concessionari delle scommesse ippiche hanno scritto all’ADM chiedendo di correggere in autotutela la norma del decreto entro il 30 novembre” ha spiegato Maurizio Ughi, presidente di Obiettivo 2016. “Sarebbe la soluzione ideale, visto che eviterebbe di ricorrere a un giudice. E scongiurerebbe il rischio che qualche operatore chieda il risarcimento del danno”. Evidentemente l’Amministrazione non ha dato risposte adeguate, e a quel punto – come extrema ratio – i bookmaker hanno chiesto al Tar di intervenire.

 

Intanto, nella diatriba, è entrata pure la LOGiCO: l’associazione che riunisce i concessionari del gioco online ha deciso di scrivere anch’essa all’ADM (che a questo punto deve essere sommersa di raccomandate) chiedendo di sospendere la tassa per tutti, comprese le compagnie che non hanno fatto ricorso. I decreti del Tar, come dicevamo, riguardano solamente le società che li hanno ottenuti e – formalmente – non si estendono agli altri. La LOGiCO premette che “Nessun concessionario vuole qui sottrarsi al pagamento delle tasse, ma piuttosto richiede di essere trattato in maniera eguale rispetto agli altri operatori”. Il timore in sostanza è che si possano creare delle disparità di trattamento, visto che anche gli altri concessionari “offrono gli stessi prodotti di gioco delle società ricorrenti”. Insomma, se l’ADM non sospendesse il decreto, violerebbe “i principi di eguaglianza formale e sostanziale” garantiti dalla Costituzione, “secondo cui i concessionari dello Stato dovrebbero essere oggettivamente trattati in maniera egualitaria a fronte di situazioni eguali”. Il rischio, conclude l’associazione, è che l’ADM scateni “ulteriori numerosi contenziosi”.

Gioel Rigido