Il distanziometro siciliano non si applica ai Ctd

Il distanziometro siciliano non si applica ai Ctd

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Il distanziometro siciliano, e la legge contro il gioco, devono essere rispettati dalle agenzie di scommesse legali, ma non per i Ctd. Lo afferma il giudice di pace di Caltanissetta, annullando la sanzione che aveva ricevuto un centro trasmissione dati collegato a un bookmaker senza concessione italiana.

E la ragione è un vecchio cavallo di battaglia che i Ctd e i bookmaker avevano finora usato per evitare sequestri e processi penali. Ovverosia, che il centro non raccoglie scommesse, è solo un locale che si limita a mettere in comunicazione il giocatore con il bookmaker. Ma poi è quest’ultimo che – grazie a una semplice connessione internet – accetta la giocata da un Paese che si trova a centinaia, se non migliaia di chilometri di distanza.

 

La scommessa lega bookmaker e giocatore, il Ctd non c’entra

Nella sentenza, il giudice di pace spiega che, come emerge dal contratto che lega il centro al bookmaker, il compito del primo “non è quello di accettare scommesse”, ma solo quello di trasmettere telematicamente la giocata “al bookmaker ubicato a Malta, unico soggetto in grado di accettare le scommesse”.

Il giudice aggiunge che il centro non ha neppure “il potere di accettare alcun titolo di credito, né concedere prestiti o finanziamenti, rimanendo così del tutto estraneo alla vicenda contrattuale tra il centro scommesse e il cliente”. Di conseguenza “il CTD è esonerato dal rispetto della norma” della legge siciliana che detta il regime delle distanze per le sale slot e le agenzie di scommesse.

 

Per i concessionari, oltre al danno c’è la beffa

I concessionari delle scommesse hanno sempre temuto che arrivasse una pronuncia del genere. Che suona po’ come dire che al danno si aggiunge la beffa. Loro infatti sono tenuti a rispettare le distanze dai luoghi sensibili, mentre i Ctd – che a loro modo di vedere esercitano una concorrenza sleale – sono invece esonerati.

Qualche giudice in passato ha già emesso delle sentenze sulla questione, ma i termini delle questioni prese in esame non erano esattamente gli stessi. E soprattutto, nessun tribunale finora ha emesso una pronuncia così netta.

 

I paradossi del distanziometro

Alla fine però, la sentenza di Caltanissetta non fa altro che dimostrare quanto sia paradossale il distanziometro all’epoca di internet. Questa misura dovrebbe servire – così assicurano i politici regionali – a proteggere i cittadini dagli eccessi legati al gioco.

Però, il gioco, la scommessa, che viene accettata da un concessionario è illegittima. Quella stessa scommessa diventa legale quando a raccoglierla è un bookmaker che si trova in un altro Paese. Una sala slot non può aprire nelle vicinanze di una chiesa, ma se una persona si siede sui gradini della chiesa e gioca con le slot di un casinò online non c’è nessun problema.

Gioel Rigido