Il Coronavirus terrorizza anche il settore del gioco

Il Coronavirus terrorizza anche il settore del gioco

Economia, Notizie dal mondo
  • Il Coronavirus sta minacciano non solo la salute dei cittadini, ma anche l’economia, primi fra tutti i settori dell’intrattenimento
  • Per il gioco le prime ripercussioni si vedono già, i casinò di Macao a febbraio hanno perso quasi il 90% dei ricavi 
  • A livello mondiale il crollo di ricavi potrebbe toccare l’8%
  • Il gioco online però non dovrebbe registrare ripercussioni, anzi potrebbe addirittura crescere

 

Oltre al pesante bilancio in termini di vite umane, il Coronavirus sta minacciando pesantemente anche l’economia mondiale. Tra zone rosse, ordini di chiusura, quarantene e tanta paura, i settori più colpiti sono il turismo, la ristorazione e la cultura.

Ma anche il gioco potrebbe pagare un conto pesantissimo, stando all’istituto di ricerca H2 Gambling Capital quest’anno rischia infatti di perdere fino all’8% dei propri ricavi. E alcune ripercussioni sono già sotto gli occhi di tutti.

Macao ha pubblicato in questi giorni i risultati dei casinò di febbraio, l’amministrazione speciale cinese, proprio per scongiurare la diffusione del virus, ha dovuto chiudere per due settimane le case da gioco. Una decisione che non ha precedenti, i casinò finora erano stati chiusi una sola volta nel 2018 – e per appena 33 ore – il tempo strettamente necessario a far passare l’uragano Mangkhut.

Macao a febbraio ha subito un  crollo verticale, in fumo sono andati quasi il 90% dei ricavi: si è passati dai 25,3 miliardi di pataca di un anno fa, agli attuali 3,1 miliardi.

O, in euro, da 2 miliardi 868 milioni a 350,4 milioni. E questo, dopo che già gennaio aveva chiuso con un -11,3%, visto che la Cina aveva posto un freno ai viaggi sempre a causa del virus. Così, nei primi due mesi dell’anno le case da gioco hanno incassato la metà dell’anno scorso, 25,2 miliardi di pataca contro i 50,3 miliardi di un anno fa.

Per la Cina vera e propria ancora non ci sono numeri ufficiali, ma questo mercato avrà ripercussioni pesantissime per il mercato mondiale del gioco, di gran lunga maggiori rispetto a quelle dell’epidemia di Sars del 2002-2003. La H2 sottolinea infatti che in questi anni il mercato cinese è cresciuto a dismisura, all’epoca della Sars valeva 9 miliardi in termini di ricavi, e rappresentava circa il 3,5% del mercato mondiale.

Oggi la Cina supera i 71 miliardi, e assicura il 16% dei ricavi totali. Insomma, qualunque terremoto qui, scuoterà anche il resto del mondo.

Ma per capire cosa succederà altrove, occorrerà ovviamente vedere dove si diffonderà l’epidemia. Se si riuscirà a confinarla nei paesi in cui è arrivata finora – oltre alla Cina, la Corea del Sud, Hong Kong, Giappone, la Malaysia, e come sappiamo bene anche l’Italia – il mercato mondiale dei giochi perderà il 4,8%, e tornerà di fatto ai livelli del 2018, 452 miliardi di dollari. Secondo l’istituto di ricerca quest’anno avrebbe dovuto toccare quota 475 miliardi. Se il Covid-19 arriverà anche in altri Stati, invece, ci sarà un ulteriore, nel peggiore dei casi si perderà un altro 3%, e i ricavi si attesteranno complessivamente tra i 430 e i 440 miliardi di dollari.

Ora, il calo non colpirà trasversalmente tutti i settori. A farne le spese sarà soprattutto il gioco a terra, mentre paradossalmente il gioco online potrebbero anche trarne beneficio. E questo chiaramente vale anche per i casinò online ADM e le poker room virtuali italiane.

Il gioco online arriverà infatti a assicurare il 14,7% dei ricavi complessivi (adesso è al 13,4%), con un picco di oltre il 15% nella seconda metà del 2020.

Una previsione che alla fine non è nemmeno così strana, chi vive nelle zone colpite dall’epidemia in qualche modo il tempo lo deve passare, e in Cina tantissime forme di intrattenimento si stanno spostando online. Persino quelle per cui sembrava impossibile, come le discoteche che nella loro versione virtuale si sono evolute in cloud club. E il gioco questo percorso lo ha già preso da tempo.

Gioel Rigido