UK, il gioco a terra vede la luce alla fine del tunnel

UK, il gioco a terra vede la luce alla fine del tunnel

Economia

Il gioco a terra torna ai livelli pre-Covid, almeno in Gran Bretagna. È quanto emerge dalle le ultime rilevazioni della Gambling Commission, riferite al periodo che va da aprile 2022 a marzo 2023. Tra gioco fisico e online il settore complessivamente genera ricavi per 15,1 miliardi di sterline, e mette a segno una crescita del 6,8% rispetto ai dodici mesi precedenti, e del 6,6% rispetto al aprile 2019-marzo 2020, che nel Regno Unito è stato l’ultimo periodo prima del lockdown.

L’online non smette di crescere

Il gioco online continua a macinare, e da solo vale 6,5 miliardi di sterline. Il dato aumenta del 2,8% rispetto all’anno precedente, del 13,3% sui dodici mesi prima della pandemia. A farla da padroni sono i casino games, con 4 miliardi di ricavi (e le slot online da sole ne garantiscono 3,2). Le scommesse online seguono a quota 2,3 miliardi, chiude il bingo con 173,6 milioni. L’ottima salute del settore è poi testimoniata dal numero dei conti di gioco: arrivano a 36,4 milioni, il 10,6% in più nel giro di un anno, e il 21,8% rispetto a tre anni fa.

Il gioco a terra torna in pareggio grazie alle slot

Sebbene le percentuali di crescita sono molto inferiori, la performance che fa sorridere di più è però quella del gioco a terra. I ricavi – escluse le lotterie – toccano i 4,5 miliardi di sterline, con un balzo del 20,6% rispetto ai dodici mesi prima, e una crescita dello 0,2% rispetto a aprile 2019-marzo 2020.

A trainare il segmento sono soprattutto gli apparecchi da intrattenimento che volano a 2,4 miliardi di ricavi (quindi oltre la metà del totale), con una crescita del 23% sull’anno precedente, e del 17,9% sui dodici mesi pre-pandemia. E se gli apparecchi crescono tanto, si è portati a credere che gli altri prodotti siano ancora fortemente in contrazione.

La Gambling Commission però non fornisce i dati dei singoli giochi a terra. Chiarisce solo che le agenzie di scommesse generano ricavi per 2,5 miliardi (+2,5% rispetto al periodo prima del lockdown), ma poco più della metà di questi soldi viene dagli apparecchi (oltre 1,2 miliardi, e qui c’è una crescita del 15,2%). Vanno molto bene le sale arcade (572,2 milioni, +32,8% rispetto al pre-Covid), e recuperano i bingo (591,8 milioni, +2,7% sul periodo pre-Covid), ma anche questi ultimi devono molto agli apparecchi. I casinò sono invece in forte contrazione rispetto a tre anni prima (810,4 milioni, -20,4%).

Ma le sale fisiche sono ancora nei guai

Sono però i dati delle chiusure che dimostrano maggiormente quante cicatrici abbia lasciato la pandemia. Le sale da gioco sono infatti 8.301, il 18,1% in meno rispetto a tre anni prima Le agenzie di scommesse calano a 5.995, il 22% in meno rispetto a marzo 2020. In sostanza ha chiuso un esercizio fisico su cinque, e al momento non si vedono segnali che facciano sperare in un’inversione di tendenza. Nell’ultimo anno infatti hanno continuato a chiudere sia le sale (ce ne sono il 2,2% in meno) sia le agenzie di scommesse (se ne sono perse il 3,9%).

Gioel Rigido