Nel 2022 il mercato del gioco torna a sorridere

Nel 2022 il mercato del gioco torna a sorridere

Economia

Archiviata la pandemia, nel 2022 il settore dei giochi si riequilibra almeno in parte. Le sale fisiche riconquistano quote di mercato, ma in ogni caso il gioco online continua a crescere, e si conferma largamente il canale preferito. Tutto questo però modifica sensibilmente le percentuali della raccolta che vengono divise tra vincite dei giocatori, erario e compenso dei concessionari. Il payout infatti cala di un punto, mentre le altre due voci sono in positivo, anche con percentuali piuttosto elevate. È quanto emerge dai dati che ha anticipato L’Espresso – ma che ADM non ha ancora pubblicato in via ufficiale – e che SlotJava ha potuto elaborare.

In termini assoluti la raccolta nel 2022 ha compiuto un netto balzo in avanti: ha superato i 136,1 miliardi di euro e ha messo a segno una crescita del 22,4% rispetto all’anno precedente. Le vincite hanno superato i 115,7 miliardi, il 20,9% in più rispetto ai 95,7 miliardi del 2021. La spesa effettiva quindi vale poco meno di 20,4 miliardi di euro, ma cresce del 31,5%, ed è appunto conseguenza del fatto che il gioco a terra abbia ripreso quota. La spesa effettiva poi è stata divisa in parti più o meno uguali tra operatori e gettito erariale, e anche in questo caso si registrano crescite nette.

Online inarrestabile, una boccata d’ossigeno per le sale

La corsa dell’online in ogni caso sembra senza freni, la raccolta delle sale virtuali nel 2022 ha superato i 73 miliardi di euro, l’8,8% in più rispetto ai 67,2 miliardi dell’anno scorso. Nel giro di tre anni, inoltre, l’online ha più che raddoppiato il proprio volume d’affari, partiva infatti dai 36,4 miliardi del 2019.

Il gioco a terra invece – ridotto ai minimi termini tra il 2020 e il 2021 – tira adesso un deciso sospiro di sollievo. Le giocate nelle sale salgono infatti a oltre 63 miliardi, il 43,2% in più dell’anno prima. Non sono tornate però ai livelli del 2019, ultimo anno prima delle chiusure. Allora, la raccolta a terra valeva 74 miliardi, e quindi c’è stato un calo di quasi il 15%.

Se poi si guarda il peso che i due segmenti hanno all’interno del comparto, l’online quattro anni fa garantiva circa un terzo della raccolta (il 32,9% per l’esattezza), nel 2021 con le sale e le agenzie chiuse per diversi mesi era schizzato oltre il 60%, nel 2022 pesa per il 53,7%. All’opposto il gioco fisico che partiva dal 67,1% del 2019, era crollato al di sotto del 40% nel 2021, per poi risalire al 46,3% l’anno successivo.

Crescono le vincite, ma non il payout

L’espansione del gioco a terra ha però determinato una riduzione del payout. La quota di puntate restituite come vincite ai giocatori ha superato l’85%, in quello precedente era all’86%. Per la cronaca nel 2019 – quando il peso del gioco a terra era ancora maggiore – era all’82,4%.

In termini assoluti, comunque, le vincite hanno registrato una crescita notevole, dovuta anche all’aumento delle giocate. Tra online e fisico si superano i 115,7 miliardi (per l’esattezza 69,2 miliardi le prime e 46,5 quelle centrate nella rete a terra). E rispetto al 2021, sono cresciute del 20,9% (allora valevano 95,7 miliardi).

Erario in chiaroscuro, per gli operatori è un gran successo

L’aumento delle giocate, e in parte anche il maggior peso del gioco a terra, hanno fatto impennare la spesa effettiva, ovvero quella quota di giocate che non è tornata ai giocatori sotto forma di vincite. È passata dai 15,5 miliardi del 2021, ai circa 20,4 dell’anno scorso, il 31,5% in più.

Questa fetta viene divisa tra erario e operatori. Il primo mette le mani su un tesoretto da 10,2 miliardi, il 21,4% in più rispetto a un anno fa. Rispetto al 2019, tuttavia, c’è un calo notevole (oltre il 10%), allora infatti i giochi avevano fruttato allo Stato oltre 11,3 miliardi.

Gli operatori sono quello che registrano la crescita percentuale maggiore. Passano dai circa 7,1 miliardi di ricavi del 2021, ai 10,1 dell’anno scorso, oltre il 42% in più. E oltretutto mettono a segno una crescita vertiginosa anche rispetto al 2019, quando i ricavi superarono di poco gli 8 miliardi. Parliamo quindi del 25,3% in più. Ma anche per questa voce occorre mettere in conto la crescita della raccolta.

Gioel Rigido