Dopo la pandemia, il giocatore diventa multi-channel

Dopo la pandemia, il giocatore diventa multi-channel

Notizie ITA
  • Il gioco online continua a crescere, nonostante la riapertura delle sale slot e delle agenzie di scommesse
  • Solo nel caso delle scommesse c’è stata una migrazione in massa verso l’online, gli altri prodotti invece hanno mostrato una certa resistenza 
  • Il trend adesso inizia a rallentare e gli operatori si chiedono se i giocatori a breve torneranno alle vecchie abitudini
  • Intanto però arrivano i dati della Luiss e di Ipsos a dimostrare che durante la pandemia molti italiani si sono spostati verso l’illegale

 

Con la pandemia i giocatori italiani sono stati costretti a modificare radicalmente le proprie abitudini e – a causa della chiusura delle sale slot, delle agenzie di scommesse e dei bingo – hanno invaso in massa i siti di gioco online. In realtà però questo fenomeno non ha riguardato tutti i prodotti, anzi solo per le scommesse è stato particolarmente accentuato. E adesso gli operatori si chiedono cosa succederà in futuro. La crescita del gioco su internet continua anche in questa fase, sebbene le sale abbiano riaperto da qualche mese, ma i ritmi sono decisamente più contenuti. Insomma, bisogna capire se la nuova normalità si sia consolidata, oppure se le vecchie abitudini riprenderanno vigore.

 

Un po’ di numeri

A guardare i numeri del primo semestre del 2021, il gioco online continua a andare a gonfie vele: in termini di spesa è infatti cresciuto del 78% e ha superato i 2 miliardi di euro. I vari segmenti però non viaggiano di pari passo, anzi. Le scommesse mettono a segno un vero e proprio boom (+131%), ma bisogna considerare anche che nel 2020 il palinsesto sportivo era piuttosto fiacco, visto che i campionati sono stati interrotti. Molto bene anche i casinò online (+65%) e il ramo lotterie e bingo (che cresce del 45%). Il poker è l’unico prodotto a subire una brutta battuta d’arresto e perde il 19%.

 

Ma al di là delle singole performance, c’è il timore che nei prossimi mesi il gioco a terra si riprenda il proprio spazio. Durante l’estate il gioco in Italia subisce sempre un calo, questi mesi quindi non sono il periodo migliore per tracciare bilanci, ma qualche segnale lo si nota già. “Goldbet ha visto un rientro dei giocatori verso il retail, anche se meno esasperato di quanto ci si aspettasse. E il canale online ha perso circa il 25% dei giocatori, mentre Lottomatica la contrazione è stata del 15%” ha detto Alessandro Allara, Managing Director Digital di Lottomatica nel corso del webinar La Grande Corsa Del Gioco Online organizzato da SBC.

 

Il giocatore è diventato multichannel

Durante la pandemia, il gioco online ha attratto molte persone che prima non giocavano e che – inutile negarlo – con il lockdown non sapevano come impiegare il tempo. Secondo Arcangelo Lonoce, Head of Business Development per l’Europa di Habanero, c’è stata una “crescita imponente” nel numero dei giocatori, nel 2020 erano l’88% in più dell’anno prima. E addirittura, “nella prima fase della pandemia, tra marzo e giugno 2020, l’aumento è stato del 118%”.

 

I giocatori però in quel periodo hanno anche mostrato delle abitudini profondamente differenti: “i round giocati e la spesa per giocatore sono diminuiti” ha detto ancora Lonoce. “Si cercava l’intrattenimento, e così sono emersi in particolare alcuni giochi come il poker”.

 

Ma soprattutto, “Dopo due lockdown, i giocatori si sono abituati a passare con una certa fluidità da un canale all’altro” ha detto ancora Allara. Prima della pandemia, infatti, giocatori di sala e giocatori online erano sostanzialmente due popolazioni separate. Adesso non è più così. “In questi mesi abbiamo imparato a fare la spesa online, ma questo non vuol dire che non andiamo più al supermercato. Ci sono dei prodotti che ci piace scegliere dal vivo, e altri che preferiamo acquistare online” ha aggiunto Alessandro Graziosi, Digital Director di Snaitech. “Adesso conosciamo la facilità di giocare una multipla dal divano di casa, ma poi andiamo in agenzia per vedere una diretta o per incontrare altre persone. Sono semplicemente servizi differenti”. Questo però a ben guardare vale per le scommesse, mentre per le slot la separazione tra fisico e online è ancora abbastanza netta.

 

Il caso delle scommesse

Per le scommesse “La spesa è passata dagli oltre 2 miliardi di spesa del 2019, a meno di 1,9 miliardi del 2020, ma l’online è passato da un’incidenza del 38% al 58% del 2020” ha riassunto Marco Tiso, Online managing director di Sisal. “In altre parole, il mercato in sé non è cresciuto, ma i clienti si sono spostati senza problemi da un canale all’altro durante la pandemia”.

 

E anche secondo Graziosi, “Nel betting c’è stata una migrazione massiccia” anche perché “gli esercenti hanno prodotto un effetto volano – spinti anche dai concessionari che hanno inventato formule per incentivare il passaggio da un canale all’altro”. Insomma, con tutta la prudenza che la flessione estiva impone, si può dire che “l’omni-channel nel caso delle scommesse è una realtà”.

 

Alle slot vince la diffidenza

Nel caso dei casino games e delle slot in particolare, ci si aspettava che i giocatori – magari dopo aver superato le riserve iniziali – si sarebbero spostati in blocco verso l’online, forse in maniera ancor più massiccia che per le scommesse. Anche perché alla fine dei conti le scommesse sono sostanzialmente le stesse sia in agenzia che online. Per le slot invece, “l’online può contare su un’offerta molto più ampia e su un payout decisamente più elevato” ha detto ancora Graziosi.

 

Ma in questo caso non c’è stata nessuna migrazione: “Il casinò, comprese anche le slot fisiche, è passato da 11,2 miliardi di spesa del 2019, a una spesa di 6 miliardi nel 2020” ha detto ancora Tiso. L’online ha certamente guadagnato terreno: “in termini di incidenza è passato dal 9 al 20%”, ma in termini assoluti non c’è stato un particolare balzo, si è passati da 1 a 1,2 miliardi. Insomma, per dirla con Graziosi “ci sono una serie di fattori – come i servizi che offre la sala, ragioni di privacy, e anche magari la scaramanzia – che hanno bloccato la migrazione in massa”.

 

C’è però qualche eccezione, come quella della software house WorldMatch che con alcuni particolari prodotti “è riuscita a attrarre i giocatori orfani del retail” ha assicurato il Ceo Andrea Boratto. La compagnia le chiama slotbar, e in buona sostanza sono la versione online delle slot che si trovano normalmente nelle sale fisiche. “In generale nel 2020 abbiamo avuto una crescita doppia rispetto a quella del mercato” ha detto ancora Boratto, “e le slotbar in particolare sono passate dall’11-12 al 23-24% dei ricavi”. Anche questi prodotti – con la riapertura delle sale – hanno subito un rallentamento ma “sono ancora al doppio dei livelli prepandemici”.

 

Cresce però anche il gioco illegale

Con la chiusura delle sale è cresciuto però anche il mercato illegale dei giochi. I concessionari di Stato avevano lanciato l’allarme da tempo, ma adesso la conferma è arrivata con la ricerca Il gioco in Italia tra legalità e illegalità condotta dalla Luiss e da Ipsos. “Circa 4,4 milioni di italiani durante la pandemia si sono spostati verso l’offerta illegale” ha riassunto Tiso. “Non si poteva credere che la spesa che non aveva attratto il mercato legale si fosse congelata” ha aggiunto Graziosi. “La domanda è lì, dove non c’è l’offerta legale, va altrove”. E Graziosi ha sottolineato che alcune restrizioni all’offerta legale finiscono per avvantaggiare quella illegale: “Il divieto di pubblicità spunta le armi agli operatori legali, che non riescono a farsi riconoscere. Le leggi regionali hanno prodotto un effetto simile sul gioco fisico. In alcune aree le sale sono state completamente chiuse, dove pensate che sia finita quella domanda?”

Gioel Rigido